Cantare, creare, cultura popolare! Lunedì 27 manifestazione nazionale dei lavoratori dell’Opera!

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Lunedì 27 ore 10.00 in piazza Montecitorio saremo in piazza insieme a cantanti, ballerini, sarti, macchinisti, operai delle fondazioni lirico-sinfoniche di tutta Italia. Saremo insieme a tutti quelli grazie al cui lavoro invisibile è possibile quello che viene messo in scena. Spettacoli di grande valore impossibili senza il loro lavoro, senza la loro dedizione e la tradizione che portano avanti.
Saremo al loro fianco per combattere un processo di esternalizzazione e appalto che abbiamo visto moltiplicarsi negli ultimi anni in tutti i servizi pubblici e che ha solo portato a un peggioramento nelle condizioni di lavoro, al gonfiarsi dei costi e a un crescente dispotismo da parte dei dirigenti. Come scriveva qualche tempo fa il Comitato Nazionale delle Fondazioni Lirico Sinfoniche: I teatri appartengono ai cittadini e ai lavoratori, non ai politici il cui compito è quello di garantirne un buon funzionamento attraverso gestioni sensibili e meritocratiche che mirino non solo a perpetrare la tradizione che fonda la nostra identità storica, ma anche a raggiungere le fasce deboli della popolazione, rendendo più accessibili i teatri o mobilitando noi lavoratori nelle scuole, negli ospedali, nelle case di cura, nelle carceri.

E una cultura popolare e accessibile si costruisce a partire dal rispetto e dalla dignità di chi questa cultura la produce!

Per questo sosterremo la loro lotta e le loro richieste:

  • l’abrogazione dell’articolo 24 della legge 160/2016 che prevede la precarizzazione dei lavoratori delle fondazioni, il declassamento delle stesse, la chiusura temporanea dell’attività con riduzione della programmazione, in contrasto con l’articolo 9 della Costituzione
  • l’adeguamento degli investimenti per la cultura ai livelli europei (Italia penultima in Ue)
  • il riconoscimento della Musica e della Danza come beni fondamentali per la collettività in virtù della loro funzione sociale e civile (articolo 1 legge 800/67) e una maggiore fruibilità dell’offerta musicale per le fasce deboli della popolazione
  • un’inversione di tendenza contro l’attuale deriva privatistica in ambito culturale.

Saranno presenti i lavoratori del Teatro dell’Opera di Roma e delegazioni dal Teatro Regio di Torino, dal Carlo Felice di Genova, dall’Arena di Verona, dalla Fenice di Venezia, dal Verdi di Trieste, dal Comunale di Bologna, dal Maggio fiorentino musicale, dal San Carlo di Napoli, dal Lirico di Cagliari, dal Petruzzelli di Bari, dal Massimo di Palermo.
Vi lasciamo con le parole scritte da una lavoratrice del Teatro Regio di Torino, rivolte ai giovani di questo paese.

Cari ragazzi e studenti,
mi chiamo Pierina Trivero e sono una corista del Teatro Regio di Torino.
Assieme a tanti colleghi italiani (coristi, orchestrali, tecnici e ballerini) abbiamo costituito il Comitato Nazionale delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, un gruppo spontaneo che cerca di contrastare la precarizzazione del nostro settore e l’intento privatizzante dello Stato verso la cultura.

Abbiamo organizzato un presidio musicale per lunedì 27 febbraio tra le 10 e le 14 in Piazza di Monte Citorio.
Abbiamo bisogno del vostro aiuto: abbiamo bisogno che voi, le nuove generazioni, sappiate che la cultura, al pari di istruzione e sanità, è un valore fondante della nostra società e non può soggiacere alle stesse regole che governano il settore privato e che hanno come unico fine la massimizzazione dei profitti.
Abbiamo bisogno della vostra partecipazione, di vedervi in piazza al nostro fianco con la vostra energia, la vostra rabbia genuina, la vostra creatività. Abbiamo bisogno di sperare che qualcosa cambi, di resistere alla rassegnazione, di decidere il nostro futuro, di scardinare un diffuso atteggiamento fatalista che ammorba la nostra generazione.

Negli ultimi dieci anni siamo stati colpiti duramente da una serie di leggi penalizzanti e da continui tagli al Fondo Unico per lo Spettacolo e la situazione ora è molto critica.
All’Arena di Verona è stato licenziato l’intero corpo di ballo, uno degli ultimi rimasti in Italia;19 ballerini, professionisti ad altissima specializzazione, che non sapranno come rivendersi sul mercato del lavoro, dato che lo Stato non vuole riconoscere loro la dignità di professionisti. Sempre a Verona orchestra, coro, tecnici e amministrativi sono costretti a casa per tre mesi all’anno senza stipendio per porre rimedio a una sciagurata amministrazione, il cui enorme debito ricade unicamente sui lavoratori, mentre ogni possibilità di speculazione economica è sfruttata dall’indecente sindaco leghista Flavio Tosi, come dimostra il recente concorso per la copertura dell’anfiteatro scaligero.

Questo per illustrarvi a grandi linee una situazione complessa. Anche al Maggio Musicale Fiorentino, al Comunale di Bologna e al Carlo Felice di Genova la situazione è molto grave, e anche gli altri teatri vivono in situazioni di forte incertezza, come il licenziamento collettivo di coro e orchestra del Teatro dell’Opera di Roma nel 2014, poi rientrato, può ricordarvi.

Siamo arrivati all’ultima frontiera, un punto di non ritorno oltre il quale questa logica mercantile smetterà di essere una misura provvisoria, legata a un momentaneo periodo di crisi, e diventerà il parametro defintivo per l’erogazione dei servizi culturali, così come per l’istruzione e per la sanità.

Speriamo di vedervi numerosi il 27 febbraio in Piazza Montecitorio, dalle ore 10 alle ore 14, per manifestare assieme.
Non esitate a chiamare per qualunque informazione.

22/2/2017 http://clashcityworkers.org

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