Lavoro minorile in italia: la strage nome per nome

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Un dossier presentato dall’Unicef sbatte in faccia i drammatici dati dei decessi di ragazzi e adolescenti che hanno perso la vita mentre erano impiegati in fabbrica, nei campi, in mare. Altri ancora sono rimasti feriti. Uno stillicidio senza fine, che continua e che coinvolge anche studenti in alternanza scuola-lavoro.

I dati: manodopera e incidenti mortali anche tra gli under 14

Tra il 2017 e il 2021 in Italia sono morti 74 giovanissimi lavoratori, solo per contare i casi arrivati all’attenzione di Inail e Inps, con un numero oscuro imponderabile. Sette delle vittime note avevano meno di 14 anni, le altre 67 una età compresa tra i 15 e i 19 anni.

Lo racconta la ricerca condotta nell’ambito delle attività dell’Unicef in occasione della Giornata contro il lavoro minorile, primo report statistico in tema, curato dal Laboratorio di sanità pubblica per l’analisi dei bisogni di salute delle comunità, struttura del dipartimento di Medicina, chirurgia e odontoiatria dell’università di Salerno.

Michele Cavallaro, era un operaio veneto di 19 anni, dipendente della ditta edile 24-7 di Ceregnano, vicino a Rovigo. Il 22 febbraio 2017 è rimasto schiacciato, senza scampo, tra un carrello di piastrelle e un macchinario per lo smistamento dei pezzi.

Alex Ballarini 18 anni, faceva il pescatore. Il 21 aprile 2017 è uscito assieme al padre con una barca della Coop Adriatica Gorino. Nella Sacca di Goro, la laguna salmastra del Ferrarese, c’è stato uno scontro con l’imbarcazione di altri colleghi. Il ragazzo ha battuto la testa ed è caduto in mare. È morto tra le braccia del genitore.

Andrea Masi di anni ne aveva 18 ed era lombardo, dipendente della azienda NetWisp, al primo impiego dopo il diploma. Nella notte del primo novembre 2018 stava in piedi su un elevatore, addetto alla posa della fibra ottica nel parcheggio sotterraneo del centro commerciale Portello, a Milano. Ha battuto violentemente la nuca contro un architrave. Non ce l’ha fatta.

Samuel Cuffaro a 19 anni si guadagnava da vivere a Gubbio, con un contratto a chiamata, in un laboratorio per la lavorazione della cannabis light, azienda Greenvest.
Il 7 maggio 2021 un’esplosione ha ucciso lui e una collega più grande ed esperta, Elisabetta d’Innocenti, di 52 anni.

Il 9 agosto 2021 un guardiacaccia neo assunto è scivolato in un dirupo e ha perso la vita, nella riserva dell’azienda faunistica venatoria Val Bondone Malgina di Teglio, sul versante valtellinese delle Alpi Orobie. Si chiamava Simone Valli, aveva 18 anni.

Lavoro minorile irregolare: in Italia poche ispezioni, nessuna mappa

La strada da fare è lunga e si parte in salita. «Nel precedente dossier – sottolinea la presidente di Unicef Italia Carmela Pace – abbiamo evidenziato la mancanza di rilevazioni sistemiche in grado di fornire dati costantemente aggiornati sul lavoro minorile irregolare. E appare inadeguato il numero di ispezioni fatte nei luoghi di lavoro allo scopo di poter identificare la presenza di adolescenti e verificare lo stato di attuazione delle normative vigenti. Per i più giovani tali mancanze producono un incremento del rischio di subire discriminazioni ed abusi, a partire dai gruppi più vulnerabili».

Geografia del lavoro minorile: le statistiche delle denunce

Tra il 2017 e il 2021 le denunce di infortuni tra giovanissimi lavoratori raccolte dall’Inail ammontano a 352.140: 223.262 per i minorenni sotto i 14 anni (erano 31.857 nel 2021 e 18.534 nel 2020) e 128.878 nella fascia di età 15-19 anni (erano 18.923 nel 2021 e 11.707 nel 2020).

Le regioni con le percentuali più elevate di segnalazioni sono state Lombardia (76.942), Emilia Romagna (40.000), Veneto (39.810) e Piemonte (31.997), che da sole ricoprono più della metà del totale.

Nello stesso periodo si sono contati 7 infortuni mortali tra gli under 14 anni e 67 per i compagni dai 15 ai 19 anni, al netto di casi rimasti sotto silenzio.

Il Veneto rappresenta la prima regione, in negativo, per numero di decessi di giovanissimi lavoratori, con 16 croci. Segue la Lombardia con 12.
Abruzzo, Basilicata, Sardegna, Valle d’Aosta e provincia autonoma di Trento non hanno registrato alcun incidente letale nell’arco temporale considerato, sempre tra i più giovani.

Il tema dell’alternanza scuola-lavoro

I dati Unicef sugli infortuni mortali tra i lavoratori giovanissimi si fermano per ora al 2021. Lo stillicidio di casi non si è interrotto. Continua e coinvolge pure studenti in alternanza scuola-lavoro.

Drammaticamente significativa la storia di Giuliano De Seta, 18 anni. Iscritto all’istituto tecnico Leonardo da Vinci di Portogruaro, era stato mandato a fare uno stage di tre settimane alla Bc Service di Noventa di Piave, in provincia di Venezia. Colpito da una pesantissima lastra di ferro poggiata su due cavalletti, il 16 settembre 2022, ci ha rimesso la vita.

Incidenti sul lavoro: tre casi mortali in pochi mesi

Stesso e inaccettabile epilogo per Lorenzo Parelli, un altro studente di 18 anni in alternanza scuola-lavoro. Frequentava il Centro di formazione professionale Bearzi, dei Salesiani friulani. È morto alla fine del periodo di tirocinio gratuito, l’ultimo giorno, il 21 gennaio 2022. Una putrella di acciaio lo ha travolto, uccidendolo, all’interno della Burimec, un’azienda meccanica di Lauzacco, a Pavia di Udine.

Il 14 febbraio 2022 il 16enne Giuseppe Lenoci è deceduto in un incidente stradale mentre effettuava il secondo stage previsto dal programma di studi, a completamento di un corso triennale in termoidraulica frequentato alla scuola professionale Artigianelli di Fermo. Viaggiava a bordo di un furgoncino, in orario di servizio, di ritorno da un cliente. Il veicolo è finito fuori strada ed è andato a sbattere contro un albero, a Serra de’ Conti, in provincia di Ancona. Il conducente, operaio della Termoservicegas, si è salvato. Per il ragazzo non c’è stato nulla da fare.

Straci redazionali da un articolo di Lorenzo Pleuteri

14/6/2023 www.osservatoriodiritti.it

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