Aggressione del governo al LAVORO PUBBLICO, disarmato e già ferito
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Oggi stiamo spettatori impotenti di un accanimento delinquenziale contro i Servizi della Pubblica amministrazione. Un accanimento anche di una parte del sindacato, vedi il primo «contratto in solitaria» con il governo Meloni, firmato dalla Cisl nelle Funzioni centrali (ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici, circa 190mila lavoratori pubblici), respinto dalla maggioranza di lavoratrci e lavoratori.
Una vera e propria aggressione su sui restanti milioni di lavoratrici e lavoratori pubblici, dopo oltre vent’anni di pugnalate al cuore ai diritti sociali e di lavoro. Risultato: organici ridotti, privatizzazione strisciante, bassi salari e delegittimazione della PA. L’atto di indirizzo del Ministero per i rinnovi contrattuali di oltre 3 milioni di dipendenti pubblici apre le porte a una contrattazione al ribasso: i prossimi contratti saranno siglati con perdita salariale ed erosione della contrattazione.
L’erosione degli organici avviene in ogni comparto della Pa indistintamente: nel caso della sanità i ritmi di lavoro e la carenza degli organici sono tra i fattori che hanno favorito il ricorso al privato; negli enti locali in 5 anni si sono persi 50 mila posti di lavoro; nel settore ministeri registriamo circa il 20% degli addetti in meno (passando dagli oltre 240mila di pochissimi anni or sono ai 190mila attuali).
I salari della pubblica amministrazione non hanno recuperato potere di acquisto dopo i 9 anni di blocco della contrattazione.
Poco personale negli uffici (l’Italia è il paese avanzato con il rapporto più basso tra dipendenti pubblici e popolazione, senza contare che essi sono il 14% degli occupati,6 la metà che nei paesi del nord Europa)
Personale pubblico più anziano con età media di 51 anni7 (anche qui vantiamo un bel record a livello europeo). Ciò a conseguenza del blocco del turnover e dell’aumento dell’età pensionabile.
E dopo l’uscita dal lavoro beneficeranno del TFR?
Il dipendente privato, ha sempre preso prima la sua liquidazione. Dopo 45/60 giorni dalla fine del suo lavoro. Perché allora non è così anche per il dipendente pubblico?
Il TFR per chi è stato assunto prima del 31/12/2000. TFS per chi è stato assunto successivamente. Ma la minestra è quella.
Vai in pensione a 67 anni? Ti pagano la liquidazione dopo 12/24 mesi.
Se vai in pensione prima dei 67
Prorogare nel tempo, la liquidazione dei dipendenti pubblici. Con il trascorrere degli anni i tempi si sono allungati sempre più. Poi finalmente, dopo tanti anni di attesa, è intervenuta la Corte Costituzionale. Sentenza numero 130 del 23/6/2023.
L’organismo più autorevole dello Stato. Basta differenze di trattamento tra lavoratore privato e pubblico. Stessi diritti. La liquidazione da fine lavoro? Deve essere erogata identica, come per i lavoratori privati.
La sentenza della Corte Costituzionale è stata dirompente.
Riguarda almeno 2 milioni di lavoratori pubblici che sono in attesa di liquidazione.
Ma il 20 marzo 2024 la relazione tecnica predisposta dall’INPS, certifica l’impossibilità a farvi fronte. Occorrerebbero 3,8 miliardi di euro solo nel 2024 per la copertura dell’onere in oggetto. Lo Stato in questo momento ha bisogno di quei soldi, anche per finanziare le guerre USA, in Ucraina e altrove. I lavoratori pubblici dovranno attendere ancora.
Pochi investimenti in tecnologia e innovazioni, derivanti dalle “esigenze” di risparmio a breve termine sopra descritte, le quali si trasformano in fattori di perdita qualitativa (e anche finanziaria) nel lungo periodo, cosa indifferente al dirigente o al politico di turno il quale ha il solo interesse di portare “a casa il risultato” della razionalizzazione delle spese durante il suo incarico.
Per comprendere il reale impatto e mettere in prospettiva il significato politico di questo punto occorre, innanzitutto, ricordare che in diversi anni di blocco del turnover (che esiste in vari gradi da inizio anni 20003) la Pubblica Amministrazione ha subito la perdita di oltre 300 mila posti di lavoro con sanità, ricerca ed enti locali che sono stati i settori più colpiti dai tetti di spesa e dalle regole dell’austerità, fattori che hanno portato a contenere la spesa per il personale. Come ha rimarcato lo stesso Brunetta, solo tra il 2019 e il 2020 sono stati persi 190 mila dipendenti, mentre nei prossimi 3 o 4 anni sono previste 300 mila uscite. Tuttavia, non è previsto un esplicito aumento numerico di personale dai nuovi patti.
Un passaggio centrale del patto, come accennato, si focalizza sull’efficienza, la modernizzazione e sulla necessità di fondare la PA sulla produttività. Si parla, soprattutto, di merito e orientamento ai risultati come criteri per le premialità retributive, nel solco del modello di gestione privatistica della stessa PA, per cui possiamo ipotizzare un potenziamento del sistema della performance che ha prodotto finora risultati paradossali e deludenti, alimentando soltanto disuguaglianze salariali e conflitti interni tra i lavoratori.
Inevitabilmente si assiste già a una lotta intestina tra colleghi per accaparrarsi i pochi scatti di carriera disponibili (andando così, per altro, a rafforzare quegli iniqui meccanismi del miglioramento della performance, che sono da sempre funzionali a ridurre il potere di acquisto e di contrattazione della forza lavoro).
Per smascherare la retorica della produttività nella Pubblica Amministrazione bisogna, innanzitutto, comprendere che se la PA oggi si può definire “inefficiente” (ovvero incapace di offrire i servizi di cui la popolazione necessita) ciò avviene per almeno tre motivi, che hanno a che fare ben poco con la presunta “pigrizia” dei dipendenti pubblici e molto col fatto che gli enti statali sono gestiti come un’azienda il cui unico scopo è “razionalizzare”, si legga “tagliare indiscriminatamente”.
Intanto i Comuni stanno scomparendo dopo i decenni di politiche di svendita del patrimonio, di tagli ai bilanci, di interruzione del turnover delle lavoratrici e dei lavoratori così come di blocco di ogni possibilità di valorizzare chi lavora nell’Ente locale, non è peregrino chiedersi quale sia il destino dei Comuni italiani.
I Comuni hanno tagliato e ridotto sensibilmente il personale e molti piccoli Comuni ormai non hanno neppure un dipendente.
Stiamo parlando della capacità di fornire e di esigere i servizi alla persona, da quelli sociali a quelli educativi, passando per tutte le attività della vita quotidiana, la manutenzione, la salvaguardia del suolo e del territorio, laddove l’Istituzione pubblica si mostra e opera solo in quanto capace di far vivere il territorio come soggetto della cittadinanza.
La spesa complessiva per il personale del comparto Funzioni locali è scesa dai 27 miliardi di euro circa del 2011 a poco più di 22 mld nel 2020. Si tratta di una riduzione del 18,7%, la più alta tra tutti i settori della Pubblica Amministrazione. Una punizione, più che una penalizzazione.
Come riconquistare dignità, salario, potere di acquisto e di contrattazione?
Da tempo nella Pa hanno incrementato le misure disciplinari che poi si traducono in una doppia penalità ossia in valutazioni inferiori che determinano riduzione della produttività, da qui la storica richiesta della quattordicesima che manca nella Pa, e impediscono le progressioni di carriera. L’obbligo di fedeltà aziendale resta un vulnus democratico e uno strumento repressivo che inficia il diritto di critica e la stessa azione dei delegati sindacali. Una campagna nazionale per rimuovere l’obbligo di fedeltà aziendale è sempre più urgente e necessaria.
A completare l’opera di distruzione ultradecennale il governo Meloni ha aperto le porte aperte alla corruzione nella pubblica amministrazione.
D’ora in poi abusare del proprio potere dirigenziale e funzionariale nel pubblico è un diritto per legge dei potenti perchè ora l’abuso negli atti d’ufficio è incentivato per Legge e permette – ai già obesi di stipendi dorati – dirigenti e funzionari di delinquere nelle funzioni pubbliche (non è che ad oggi non è stato mai fatto, anzi) ma formalmente era vietato dalla Legge.
Abuso atti d’ufficio incentivato per Legge dal governo degli allievi del precedente governo dei migliori – Agenda Draghi docet- legiferato per tutte le sedi istituzionali, nazionali e locali della pubblica Amministrazione. E’ stato giustificato con la “paura della firma” da parte dei funzionari pubblici. Paura ridicola a leggere le frequenti notizie sulle concessioni a potenti, e amici sottoposti ad osservazione della Magistratura.
Questa estinzione del reato troverà dirompente l’immediata attuazione con l’Autonomia Differenziata che trasformerà in sistema legalizzato il crimine dell’abuso d’ufficio.
Dopo decenni di spudorata e strumentale propaganda basata sulla presunta inefficienza delle lavoratrici e lavoratori, con l’omicidio politico delle Province e la nascita in vitro delle Città Metropolitane, con l’accentramento monarchico dei poteri nelle mani del Sindaco, ecco la chiusura del cerchio di forme feudali nel governo dei singoli territori.
Questo deprimente quadro dello stato della pubblica amministrazione sarà ancor di più brutalizzato dall’applicazione definitiva della secessione (già operante dal 2001 con la soppressione dell’originale TitoloV della Costituzione) del nord dal sud Italia e dall’aumento delle già odiose disparità tra i ricchi e le popolazioni povere nelle Regioni del nord, con il passaggio, già in atto in alcune Regioni, dei Servizi alla gestione privata.
Le ultime dal governo confermano questo quadro.
Dalla scuola, alla sanità, passando per la ricerca e il precariato vecchio e nuovo della Pubblica Amministrazione, tutti sotto attacco, anche a causa di una legge di bilancio che aggiunge alle irrisorie risorse già stanziate la cifra umiliante di 6 euro lordi mensili, che prevede tagli che colpiranno i servizi pubblici e reintroduce il blocco parziale del turnover.
Mentre servirebbe urgentemente stabilizzare le migliaia di precari per dare risposte adeguate ai cittadini , garantire aumenti salariali almeno pari all’inflazione, ma dal governo vengono spudoratamente confermati aumenti legati a valutazione e pagelline.
Il governo con l’Autonomia Differenziata regalerebbe ai privati questi Servizi pubblici
SERVIZI AMMINISTRATIVI
Front-office generico: protocollo, richieste di accesso agli atti
SERVIZI INFORMATIVI
Informazioni all’utenza: Urp, call center, informazioni via web
LAVORI PUBBLICI
Opere idriche, stradali, ferroviarie, metropolitane, edilizia pubblica
TRASPORTI
Motorizzazione, circolazione e sicurezza stradale, porti, aeroporti
AMBIENTE
Controllo delle acque, catasti degli scarichi, elenchi delle acque e delle sostanze pericolose, promozione fonti energetiche alternative
AGRICOLTURA
Sicurezza alimentare, settore agroalimentare, pesca e attività connesse
SALUTE
Gestione della sanità regionale, sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica in materia sanitaria, sanità veterinaria, sicurezza alimentare, salute nei luoghi di lavoro
LAVORO
Ammortizzatori sociali, orientamento e formazione professionale, tutela condizioni di lavoro, immigrazione, monitoraggio e valutazione delle politiche sociali
INCENTIVI ALLA RICERCA
Progetti di ricerca e Premi
DIRITTO ALLO STUDIO
Borse di studio, fornitura gratuita di libri di testo
SERVIZI DI SEGRETERIA
Servizi di segreteria nelle scuole
BIBLIOTECA ARTE E CULTURA
Parchi, musei, gestione patrimonio culturale, promozione attività di spettacolo: teatri, cinema
Redazione Lavoro e Salute
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