Benvenuti in Vaticalia

Lo Stato Vaticano ha chiesto, attraverso una nota formale consegnata all’Ambasciatore, di modificare una legge in fase di approvazione da parte del Parlamento italiano. Questa è ormai storia nota ma generalmente queste richieste avvengono con contatti diretti e informali, senza trasparenza, con sistema lobbistico collaudato e il clero è sempre stato il gruppo di pressione più forte in assoluto. Ha da sempre scambiato il nostro Parlamento per una propaggine della sua monarchia e ha influenzato deputati, senatori e ministri senza clamore, senza troppi sforzi (v. F. Tulli su Left del 2 maggio 2021, ndr).

I politici a servizio del clero sono sempre stati la maggioranza, e il clero, in definitiva, non ha mai accettato che l’Italia fosse una Repubblica parlamentare autonoma. I Patti lateranensi, approvati nel 1929 dal dittatore Mussolini per avere una legittimazione etica al suo regime, sono sopravvissuti e sono stati inseriti nella nostra Costituzione, creando un vulnus alla nostra sovranità. Nel 1946 eravamo una monarchia parlamentare e la famiglia reale era quella dei Savoia. Con il passaggio dalla monarchia alla Repubblica, avendo mantenuto i Patti lateranensi all’interno della Costituzione, siamo diventati una finta Repubblica parlamentare perché, di fatto, siamo ancora una monarchia parlamentare e la famiglia reale non è più costituita dai Savoia, ma da circa 48mila ecclesiastici, tra presbiteri e diaconi, con a capo papa Francesco.

I Patti lateranensi, contenuti nell’articolo 7 della Costituzione, hanno funzionato come le briglie che se messe al collo di cavalli di razza presuppongono maestria nel destreggiarle e non è sempre facile, mentre se sono messe al collo degli asini richiedono semplicemente un po’ di bastoni e un po’ di carote. Il clero in questi anni ha interferito con la vita civile di tutti, condizionandola e limitandola, nella negazione di ogni diritto riconducibile all’autodeterminazione, e ha trovato mandrie di asini che per mezza carota hanno vissuto la subordinazione come opportunità.

La redazione della nota di contestazione del disegno di legge Zan ha dato l’impressione, a molti, di

Carla Corsetti

Avvocato è segretario nazionale di Democrazia atea

3/7/2021 https://left.it

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