Contratto sanità. Il governo propone elemosine e servitù. Serve lo sciopero generale

Versione interattiva https://www.blog-lavoroesalute.org/lavoro-e-salute-febbraio-2025/

Archivio https://www.lavoroesalute.org/

Aumento di carichi e orari di lavoro, miseri incrementi salariali, questo il contratto posticipato (2022/2024) proposto ai sindacati, senza tener conto che in quattro anni il tasso di inflazione è arrivato al 16,5% mentre l’incremento contrattuale proposto è del 5,75%. Quindi viene cancellato il 10%.

Se i sindacati avessero accettato l’aumento tabellare medio per un infermiere, sarebbe stato di 135 euro lordi al mese che decurtato dell’Indennità di vacatio contrattuale già erogata si sarebbe ridotto a 45,87 euro lordi al mese. Analoghe cifre sarebbero entrate nelle buste paga degli altri lavoratori e lavoratrici del comparto: la miseria di circa 50 euro lordi al mese.

I sindacati hanno svelato le motivazioni bugiarde del governo. Lo spiega Michele Vannini, segretario nazionale della Fp Cgil: “Il governo non ha stanziato le risorse necessarie per aumenti contrattuali dignitosi, le ha previste da una parte per la flat tax sulle prestazioni orarie aggiuntive che altro non sono che ore di lavoro straordinario pagate di più rispetto allo straordinario ordinario, e sull’abbattimento della tassazione al 5% solo ed esclusivamente per gli infermieri. Il messaggio – aggiunge Vannini – è chiaro: “se vuoi guadagnare di più devi essere disponibile a lavorare di più”.

QUESTE LE MANCE DEL GOVERNO

L’atteggiamento del governo non è cambiato di una virgola in questi mesi di finta trattativa con i sindacati, e si traduce al 5,78% sullo stipendio base e nessun arretrato per 2022 e 2023. No buono pasto e mensa.

Ovviamente non va meglio per gli amministrativi sia dal punto salariale sia normativo e la “settimana corta” (lavoro in oltre 9 ore al giorno per 4 giorni con lo stesso stipendio), non diventerebbe un obbligo contrattuale ma a discrezione delle aziende.

Queste miserabili proposte di fronte a una realtà che dai dati raccolti da organizzazioni sindacali e di categoria documenta il progressivo abbandono del SSN: secondo la Fondazione ONAOSI, tra il 2019 e il 2022 il SSN ha perso oltre 11.000 medici per licenziamenti o conclusione di contratti a tempo determinato e ANAAO-Assomed stima ulteriori 2.564 abbandoni nel primo semestre 2023. L’Italia dispone complessivamente di 4,2 medici ogni 1.000 abitanti, un dato superiore alla media OCSE (3,7), ma sta sperimentando il progressivo abbandono del SSN e carenze selettive: oltre ai medici di famiglia, alcune specialità mediche fondamentali non sono più attrattive per i giovani medici, che disertano le specializzazioni in medicina d’emergenza-urgenza, medicina nucleare, medicina e cure palliative, patologia clinica e biochimica clinica, microbiologia, e radioterapia.

L’Italia è ben al di sotto della media OCSE (9,8), collocandosi tra i paesi europei con il più basso rapporto infermieri/medici (1,5 a fronte di una media europea di 2,4). Inoltre, nel 2022 le lauree infermieristiche sono state appena 16,4 per 100.000 abitanti, rispetto ad una media OCSE di 44,9, lasciando l’Italia in coda alla classifica prima solo del Lussemburgo e della Colombia.

Serve lo sciopero generale!

Redazione

Versione interattiva https://www.blog-lavoroesalute.org/lavoro-e-salute-febbraio-2025/

Archivio https://www.lavoroesalute.org/

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *