Per Gaza dai medici specializzandi della Università di Pisa
Come medici specializzandi dell’Università di Pisa abbiamo deciso di prendere insieme una posizione pubblica in merito al genocidio del popolo palestinese e alla situazione umanitaria nella Striscia di Gaza.
È vero che recentemente l’Università di Pisa ha deciso di interrompere le relazioni con due università israeliane (Reichman ed Hebrew). Tuttavia, questo atto ci sembra ancora insufficiente, in particolare dopo l’approvazione del piano del governo israeliano per l’occupazione militare di Gaza City. L’Università non ha preso, infatti, nessuna decisione né riguardo ai rapporti con le altre università israeliane che sostengono le azioni del governo israeliano, né riguardo a quelli intrecciati con aziende come Leonardo S.p.A. le quali, come dimostrato nel recente rapporto di Francesca Albanese, continuano incessantemente a vendere armi ed equipaggiamenti militari a Israele. Sembra inoltre che il Senato abbia esplicitamente rifiutato di utilizzare, nella medesima mozione, i termini “genocidio” e “apartheid” per definire l’operato di Israele in Palestina.
Abbiamo pertanto deciso di scrivere un comunicato -firmato da 277 medici specializzandi- che abbiamo inviato venerdì 1 agosto al Rettore, al Senato Accademico e ai Dipartimenti di Medicina dell’Università.
Desideriamo condividere anche con voi un estratto del comunicato, con la richiesta di diffonderlo se di interesse:
“Noi medici specializzandi dell’Università di Pisa riteniamo necessario prendere insieme una posizione pubblica in merito al genocidio del popolo palestinese e alla situazione umanitaria nella Striscia di Gaza.
Siamo convinti che l’isolamento internazionale del governo d’Israele debba partire dalle prese di posizione dei cittadini dei Paesi i cui governi, a fronte di parole di circostanza sulle sofferenze dei palestinesi, continuano come se nulla fosse rapporti commerciali e diplomatici con Israele, rendendosi di fatto complici di uno sterminio con pochi precedenti nella storia dell’umanità. A questo fine, crediamo fondamentale che nei posti di lavoro maturi sempre più forte il rifiuto di tollerare in silenzio questa situazione e, al contempo, si costituiscano gruppi di persone decise e capaci di iniziative di protesta civile e democratica. Ma sappiamo che ciò è possibile solo se si sente fino in fondo che il destino dei palestinesi è anche il nostro. È questo il senso principale della nostra iniziativa.
Le sofferenze e la distruzione inflitte ai palestinesi rappresentano l’assoluta negazione dei principi e delle ragioni per cui abbiamo scelto e svolgiamo il nostro lavoro. In qualità di medici specializzandi universitari sentiamo di avere il dovere, oltre che il diritto, di chiedere conto all’Università di Pisa delle relazioni che vengono intrattenute con gli atenei israeliani e con le aziende, anche italiane, del complesso industriale-militare internazionale, le quali supportano de facto il genocidio della popolazione palestinese.
Riteniamo che le recenti delibere dell’Università di Pisa rappresentino un primo passo importante, ma ancora non lontanamente sufficiente ad abbattere il sostegno internazionale su cui Israele ancora conta in questo momento. Chiediamo a gran voce che vengano interrotte, in maniera tempestiva e verificabile, TUTTE le collaborazioni in essere o in programma con qualunque ateneo o ente, israeliano o meno, in merito a tecnologie potenzialmente utilizzabili per sostenere l’apartheid e lo sterminio in corso nella Striscia di Gaza. Sosteniamo inoltre la proposta di cercare il dialogo con gli atenei, anche israeliani, che decidano di riconoscere l’operato di Israele come genocidario e di promuovere azioni concrete per fermarlo.
Link alla versione integrale: https://docs.google.com/forms/d/1pcMvDc0oLsuP-Y8zpJ-5N9C-7KzmofXX1HvGAUGQXtQ/edit“
13/8/2025 https://www.medicinademocratica.org/










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