Israele. Strategie di distrazione di massa e guerra all’informazione indipendente di un governo immorale alla deriva

InfoPal. Di Angela Lano. In piena pulizia etnica dei nativi palestinesi nella Palestina storica e nella totale débâcle europea in Ucraina della guerra NATO contro la Russia, cosa fa un governo che ha appoggiato ben due genocidi e crimini di guerra, anziché dimettersi? Approva un “aggiornamento” sul cosiddetto antisemitismo.

Era proprio una questione urgentissima e pertinente, questa, in un momento storico in cui l’Italia è gettata nel ridicolo, e ancor peggio, nella crisi economica, sociale e morale, per aver seguito dei pazzi genocidi psicopatici dell’ex presidenza Biden e dell’Unione Europea. Dunque, anziché dimettersi di fronte a tanta vergogna e lesività per tutto il Paese, la presidente e il suo Consiglio pro-genocidi provvedono a distrarre le Folle (citando Gustave Le Bon, il brillante psicologo francese di fine Ottocento) con l’arma della “lotta all’antisemitismo”.

Chiariamo un concetto, avvalendoci dei testi di diversi storici ebrei come Arthur Koestler, Massimo Massara, Shlomo Sand, Ilan Pappe, e altri (citeremo una bibliografia a fine articolo, per gli ignoranti in materia): la maggioranza assoluta degli ebrei in Europa NON è SEMITA. Si tratta di Ashkenaziti, discendenti di una popolazione di origine khazara convertita all’ebraismo nell’VIII secolo d.C. per questioni politiche e geopolitiche (la fede non c’entra nulla) e in funzione anti-espansione islamica in Europa.

Sono semiti, invece, gli Arabi, compresi tutti quelli che vivono in Occidente. In quanto Arabi, lo sono ovviamente anche i Palestinesi che, come scrive lo storico Massimo Massara ne “La terra troppo promessa”, sono i discendenti dei Giudei di Palestina di epoca romana – quelli sopravvissuti alle tre guerre giudaiche contro i Romani, alla distruzione di Gerusalemme, ecc. I giudei di Palestina si convertirono, nel corso dei decenni e dei secoli prima al cristianesimo e poi all’islam. Una piccola parte continuò a seguire il vecchio culto, vivendo in pace con gli altri fratelli cristiani e musulmani. Questa era la realtà in Palestina fino all’avvento del Sionismo, un’ideologia razzista e coloniale nata in seno al protestantesimo capitalista inglese, ed europeo in generale, che poi coinvolse le popolazioni di religione ebraica europee, anche a seguito dei vari pogrom e persecuzioni di cui erano oggetto. Ai primi sionisti, Theodor Herzl incluso, non interessava la Palestina, ma una “home”, casa, per gli ebrei perseguitati in Europa. Fu l’Impero coloniale britannico che diede l’impulso per la creazione di una “homeland”, patria, ebraica in Palestina, perché si trattava di un’area molto ambita nell’ambito della spartizione coloniale dell’Asia occidentale tra Gran Bretagna e Francia (accordi Sykes-Picot e Dichiarazione Balfour), durante la Prima guerra mondiale – che vide la fine dell’Impero Ottomano e frammentazione dei suoi territori, distribuiti ai pescecani europei.

Ciò che vogliamo sottolineare con questa breve introduzione è l’assoluta anti-storicità/scientificità del concetto stesso di “antisemitismo”. Innanzitutto, il termine “semita” fu utilizzato, in modo accademico strutturato, a partire dagli Studi coloniali Orientali del secolo XIX (era già in uso nel Rinascimento), nella filologia per indicare la parentela linguistica tra lingue e dialetti parlati e scritti nell’Asia occidentale e nel Nord Africa, per poi passare, arbitrariamente, ad indicare le comunità ebraiche in Occidente, dimenticandosi dei veri Semiti.

Dunque, prendersi la briga di promulgare, aggiornare, ecc., leggi sull’antisemitismo a favore di cittadini che semiti non sono, ma che in maggioranza sostengono a tutti i livelli il regime criminale di Tel Aviv, anche con l’invio di soldati volontari, e dimenticarsi del vergognoso razzismo e disumano genocidio in atto verso i reali Semiti – gli Arabi Palestinesi – è immorale. Indegno di un Paese che si dice “civile” e “democratico” e che si crede, a torto, di contare ancora qualcosa a livello internazionale.

Il Governo italiano della signora Meloni si è macchiato di colpe gravissime sia verso il popolo massacrato dell’Ucraina – sostenendo un attorucolo filo-nazista, pupazzo dell’amministrazione Biden, e inviandogli armi e soldi – sia verso quello palestinese, appoggiando in tutti i modi i criminali di guerra israeliani (leggano le varie Risoluzioni ONU, le sentenze del Tribunale dell’Aja, e studino un po’ la Storia e la Geopolitica, perché dare carichi a familiari e amici e non a politici competenti significa non agire per il Bene della Nazione).

Dunque, in un’Europa dentro il burrone bellico e della crisi economica, e in un’Italia immiserita sempre di più, questi politici quaquaraquà e servitori della potente Israeli Lobby pensano di distrarre un popolo paralizzato dalla mancanza di qualsiasi prospettiva che non sia l’emigrazione di massa (come sempre avvenne nella Storia italica degli ultimi secoli) con il fake dell’antisemitismo e con il maldestro tentativo di zittire l’informazione indipendente.

Siamo alla frutta. Il resto del pasto avvelenato è già stato servito.

Per chi volesse leggere il testo del piano quinquennale in stile dittatura alla Grande Fratello, eccovi servito un articolo: Strategie per la lotta all’antisemitismo, formazione nelle scuole di ogni ordine e grado. Via libera del Governo.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un aggiornamento della Strategia nazionale per la lotta contro l’antisemitismo, un piano quinquennale (2025-2029) elaborato da un gruppo di lavoro guidato dal Coordinatore nazionale, Pasquale Angelosanto, e con la partecipazione di rappresentanti delle comunità ebraiche (UCEI, UGEI, CDEC, IHRA), della Presidenza del Consiglio, dei Ministeri competenti e del mondo accademico.

La strategia si concentra su cinque aree chiave: ricerca e analisi del fenomenoformazionememoriasicurezza e monitoraggio del web“Il documento è stato predisposto per affrontare in modo organico e strutturato la lotta contro l’antisemitismo“, si legge nella nota del Consiglio dei Ministri.

Formazione a tutti i livelli e percorsi per la memoria

Grande attenzione viene posta sulla formazione, che sarà implementata nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle università, nel mondo dello sport e del lavoro, includendo anche la Pubblica Amministrazione. Particolare attenzione sarà dedicata alla cultura della memoria, con l’organizzazione di percorsi e commemorazioni promosse dal Ministero della Cultura e da altri enti, coinvolgendo i Ministeri interessati e le istituzioni culturali. “La valorizzazione della memoria è fondamentale per prevenire il ripetersi di simili tragedie”, sottolinea il comunicato.

Sicurezza delle comunità ebraiche e lotta all’odio online

La strategia prevede inoltre misure per garantire la sicurezza delle comunità ebraiche e promuovere la conoscenza delle loro attività. Infine, un focus specifico è rivolto alla dimensione digitale, con l’obiettivo di contrastare la diffusione dell’antisemitismo online. Per questo, la strategia prevede la collaborazione con altri Stati, la Commissione europea, i grandi gestori del web e le istituzioni che si occupano di monitoraggio e formazione nel settore. “L’attenzione alla dimensione digitale è cruciale per contrastare l’odio online”, conclude la nota.

Bibliografia

La terra troppo promessa, di Massimo Massara

La tredicesima tribù. L’Impero dei cazari e la sua eredità

L’invenzione del popolo ebraico

10 miti su Israele 

The Israel Lobby and U.S. Foreign Policy

Suggeriamo anche i testi di Edward Said, Ilan Pappè, Rashid Khalidi e tanti altri sulla Storia della Palestina e del Sionismo.

Angela Lano. Direttrice di InfoPal.it. Giornalista professionista, storica e antropologa. PhD in Studi Africani e del Medio Oriente, post-dottorati in Scienza delle Religioni e Studi coloniali e decoloniali del Mondo arabo e islamico.

24/2/2025 https://www.infopal.it/

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