Frodi alimentari in Europa: pesticidi, falsificazione di documenti e prodotti adulterati
Solo lo scorso gennaio sono stati 220 i casi sospetti di frodi alimentari nella Ue, secondo un Report europeo. Dominano frutta e verdura con pesticidi oltre i limiti, ma non manca l’olio “farlocco” italiano
L’Unione Europea ha registrato 220 casi sospetti di frode alimentare nel solo mese di gennaio, secondo un recente rapporto della Commissione Europea. Sebbene in calo rispetto ai mesi precedenti, i dati evidenziano la persistenza di pratiche fraudolente nel settore agroalimentare. Tra le principali problematiche riscontrate figurano residui di pesticidi oltre i limiti consentiti, adulterazione di prodotti (come l’olio proveniente dall’Italia) e importazioni illegali.
Le irregolarità sono state individuate principalmente attraverso ispezioni di frontiera e controlli di mercato, ma in alcuni casi le segnalazioni sono arrivate dai consumatori o dai controlli interni delle aziende.
Pesticidi e contaminazioni nei prodotti vegetali
La categoria più colpita dalle irregolarità è quella di frutta e verdura, con 63 segnalazioni di non conformità, principalmente per la presenza di residui di pesticidi superiori ai limiti imposti dalla legislazione europea. Questi dati confermano le preoccupazioni sulle pratiche agricole in alcuni paesi esportatori e sollevano interrogativi sulla sicurezza dei prodotti che arrivano sulle tavole dei consumatori europei.
Altri casi di contaminazione hanno riguardato la presenza di ossido di etilene, una sostanza vietata nell’UE e protagonista di una contaminazione che dal 2021 sembra non fermarsi, in diverse spezie come pepe bianco, cardamomo e paprika provenienti dalla Turchia, oltre che nella gomma xantana importata dalla Cina.
Dall’olio “farlocco” italiano al tonno annacquato
Tra i casi più eclatanti di adulterazione figurano miscele di oli vegetali spacciate per olio d’oliva, una frode che ha coinvolto prodotti provenienti da Grecia e Italia. Le analisi hanno rivelato che l’olio di girasole e altri oli erano stati miscelati con olio d’oliva, ingannando i consumatori sulla qualità del prodotto.
Un altro caso emblematico riguarda la carne di pollo adulterata con carne di maiale non dichiarata, un’operazione fraudolenta che oltre a costituire un inganno per i consumatori, ha implicazioni etiche e religiose per chi segue regimi alimentari specifici.
Nel settore ittico, è stata segnalata l’aggiunta di acqua nel tonno per aumentarne il peso, una pratica illecita che altera la qualità del prodotto e danneggia il mercato.
Falsificazione di documenti e tracciabilità incerta
Il rapporto della Commissione Europea ha evidenziato anche diversi casi di falsificazione di documenti relativi alla carne di agnello importata dalla Romania e alla scarsa tracciabilità del burro proveniente dalla Danimarca. La mancanza di informazioni chiare sulla provenienza di questi alimenti solleva dubbi sulla loro sicurezza e sulla possibilità che possano essere stati trattati con sostanze non conformi agli standard europei.
Inoltre, alcuni prodotti etichettati come “senza glutine” e “senza lattosio” sono risultati contenere rispettivamente glutine e lattosio, segnalando gravi errori nei controlli di qualità o intenzionali falsificazioni da parte dei produttori.
Importazioni illegali e trasporti non conformi
Un’altra problematica ricorrente è legata all’importazione illegale di prodotti non autorizzati nell’Ue. Il report segnala anche il mancato rispetto delle temperature di trasporto per carne e pesce nei Paesi Bassi, un fattore che compromette la sicurezza alimentare e aumenta il rischio di contaminazioni.
Un caso particolarmente grave ha riguardato carne di pollo importata dal Belgio e dichiarata non idonea al consumo umano, sottolineando la necessità di controlli più stringenti lungo tutta la filiera alimentare.
Roberto Quintavalle
3/3/2025 https://ilsalvagente.it/
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