GIORNALI E TV. TASTI E DITA AVVELENATI
Ancora con difficolta ci si accorge che è diventata un’optional la capacità comune di leggere secondo logica la realtà quotidiana? Ovvero, pare scomparsa, nel trottorellare di questi anni, la voglia di immaginare percorsi comuni e siamo portati a mutuare la contrapposizione, la faziosità individualista dei comunicatori privilegiati che si sono imposti in questi quarant’anni di potere politico/mediatico e che hanno depredato ogni materia prima come ogni capacità critica del nostro pensiero. Difatti ci hanno rubato l’autonomia di movimento e di pensiero, che non fosse il loro. Quasi ci pare impossibile salvarci da questo stato di depressione cosciente e prostazione, siamo risucchiati in un vortice di cerchi concentrici che ci tengono prigionieri davanti ai salotti televisivi con qualche ora d’aria compressa nei labirinti degli ipermercati, nuove chiese nelle quali il dogma del consumismo si è sostituito al dogma religioso.
In ogni luogo ci inondano di notizie senza nessuna connessione reale con le difficoltà della vita quotidiana delle persone fuori dal circuito del benessere costituito. La loro iperinformazione, che spacciano come cifra della democrazia compiuta. Ipocriti e falsi fino al midollo, una forma moderna di delinquenza culturale, politica ed economica che si avvale dell’evoluzione tecnologica come armi di distruzione di massa. Infatti, hanno demolito la cultura della solidarietà come valore di convivenza atta a colmare le diversità culturali ed economiche tra nord, investito di sviluppo industriale e sociale, e sud disconosciuto dalla politica come terra di progresso relegandolo a serbatoio di braccia e regalandolo all’elemosina delle clientele legali e illegali. Su questa demolizione, che si è tirata nelle macerie anche il plus valore del nord sviluppato, hanno costruito principi assolutistici di predazione e privilegio per una cerchia sempre più ristretta di potentati.
La cifra di quanto detto sta nella forbice sempre più distante tra chi ha tanto e chi ha poco o niente. E’ quindi rinata l’ottocentesca classe della nobiltà feudataria che ha sepolto il ceto medio e la stessa borghesia progressista ormai ai confini della classe meno abbiente che a sua volta riscopre drammaticamente il suo passato di proletariato, un passato che torna ammantato di quella modernità luccicante che copre loro la visuale di lotta per la dignità. Nel mentre cresce nei loro confronti l’odio dei privilegiati i quali sanno che devono costruire presidi blindati per le loro ricchezze togliendo diritti agli altri. Diritti che potrebbero ancora una volta rappresentare un pericolo di ribellione: il sapere e la conoscenza, la scuola per tutti, lo Statuto dei lavoratori, la magistratura non asservita ai potenti per legge.
E’ un vero e proprio tappeto mediatico che ci hanno messo in testa per camminarci sopra le nostre teste (ricordiamoci sempre che oltre il 90% del sistema televisivo, pubblicitario e della carta stampata è di proprietà delle lobby industriali e finanziarie) e contemporaneamente accantoniamo per un un attimo i nostri egoismi derivanti dal presunto stato di benessere meno peggiore degli altri che ci stanno attorno, riusciremmo a focalizzare i percorsi dentro i quali ci stanno portando, convinti come sono, di avere a che fare con una massa di idioti e pecoroni.
Non hanno nessun pudore questi governi europei e gli Stati Uniti tanto da stipulare un “accordo di collaborazione” per il «contrasto alla disinformazione e all’ingerenza straniera». In parole povere “Taci il nemico ti ascolta” e quindi l’ordine dato alle redazioni giornalistiche e televisive è di evitare le parole: “Genocidio”, “Pulizia Etnica” e “Territorio Occupato pèr quanto riguarda la Palestina e di amplificare negli articoli sull’Ucraina la “Russfobia” evitando, ancor meglio di quanto fatto, di accennare alle responsabilità Nato, Usa e Europa sulla guerra. Si impegnano a investire in strumenti di intelligenza artificiale per contrastare la diffusione di “fake news”. Dicono proprio così, senza nessuna vergona per tutte le fake news, anche con foto di mostruosità di altre loro guerre -vedi Iraq- addossandole alla Russia. Ovviamente quest’ordine ai giornalisti riguarda anche l’aggressione economica, propedeutica q uella militare, degli USA contro la Cina. A ennesima conferma che tra il governo “europeista” di Mario Draghi (e oggi con i suoi “Rapporti) e quello, presunto “sovranista”, di Giorgia Meloni anche nel campo dell’informazione c’è una stretta connessione guerrafondaia.
E loro (PD-Fartelli’Italia-Lega Nord-Forza Italia e altri gruppuscoli di potere, vedi Italia Viva) che vivono solo nelle campagne elettorali) sono solo quelli che operano come macellai al governo. E poi ci sono le corporazioni delle professioni che mercanteggiano con chiunque transiti sulle poltrone di comando politico ed economico.
Se avete alzato quel lembo di tappeto siete già sulla buona strada per reagire, anche a vedere il caso dell’arresto in Iran della giornalista Cecilia Sala.
Su Cecilia Sala molti dicono che è una creatrice di Fake News, di certamente è filosionista e cruda atlantista. Non ha mai scritto niente per la liberazione di Assange; non ha mai scritto niente contro il genocidio a Gaza; Non hai mai denunciato l’assassinio dei 200 giornalisti da parte dei sodati israeliani a Gaza, in Cisgiordania e in Libano. Si è fatta solo notare nelle TV per la sua russofobia.
In merito all’arresto, pare abbia filmato installazioni militari. Se corrisponde a verità chi può confutare che l’avrebbero arrestata in tutti i paesi europei e negli Stati Uniti per una simile azione? Una/o giornalista può essere allontanata/o se un governo ritiene che stia facendo una cosa illecita per le sue Leggi ma non è inammissibile l’arresto!
Redazione di Lavoro e Salute
28/12/2024
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!