In occasione del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, evitiamo di viverla come una celebrazione sulla falsariga di tante altre “Giornate mondiali”. L’ipocrisia e i luoghi comuni sono altre forme, subdole e soft, di violenza.

(Nell’immagine la copertina di Lavoro e Salute aprile 2009)

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«25 novembre, contro ogni violenza sulle donne»

«Domani, 25 novembre, sarà la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Come Rifondazione comunista crediamo che debba essere un giorno di lotta per affermare l’autonomia, l’autodeterminazione, la dignità e la libertà delle donne, contro i nuovi ruoli prodotti dal maschilismo e la visione proprietaria dei maschi che porta ai femminicidi.
Nel nostro paese il maschilismo e il patriarcato hanno cambiato le forme ma non la sostanza: sono cambiate le donne ma non è cambiata la testa dei maschi che continuano a lavorare per produrre i modelli di identificazione femminile e continuano ad avere una visione proprietaria delle proprie mogli o ex mogli, compagne o ex compagne.
Il problema delle donne sono innanzitutto i maschi, la nostra incapacità di gestire la fragilità, la nostra incapacità di accettare la differenza come ricchezza invece che come sottrazione di potere.
Serve quindi una rivoluzione culturale, direi antropologica, che obblighi noi maschi ad un lavoro su noi stessi: per questo sono fondamentali strumenti culturali, politici, giuridici, che pongano al centro il rispetto della soggettività femminile, nella sua libera e consapevole autonomia, nella sua autodeterminazione, 365 giorni l’anno».

PAOLO FERRERO
segretario nazionale di Rifondazione Comunista
23 novembre 2014
www.rifondazione.it

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