IN PIEMONTE MESSA IN DISCUSSIONE LA GARANZIA DEI LEA PER I MALATI NON AUTOSUFFICIENTI

Poichè l’abbiamo già vissuto – e sono stati tempi buissimi – mettiamo subito le mani avanti:
“SULLA GARANZIA DEI LEA PER I MALATI NON AUTOSUFFICIENTI, LA REGIONE PIEMONTE NON PUO’ ARRETRARE, NEMMENO SE CI SARA’ PIANO DI RIENTRO”
❌Anzi, le Asl della Regione sono già oggi ampiamente inadempienti sul LEA “quote sanitarie residenziali per malati non autosufficienti”. I dati della Regione Piemonte fotografano 9mila persone che hanno chiesto la quota sanitaria per ricovero in Rsa e non l’hanno ricevuta (si tratta del pagamento della quota sanitaria del 50% dell’intera retta, che è un LEA – articolo 30 del Dpcm 12 gennaio 2017 – non vincolata ad alcun criterio personale o sociale, se non alla condizione di non autosufficienza del richiedente).
👎🏻Di più, i posti letto in Rsa oggi in Piemonte sono quasi 34mila, ma le risorse impiegate dalla Regione per le convenzioni coprono a malapena le quote sanitarie di metà dei malati ricoverati, lasciando oltre 15mila famiglie piemontesi da soli, a fronte di rette da oltre 3mila euro/mese per la cura dei loro cari.
⁉Le associazioni si interrogano: i Lea sono Livelli essenziali per i quali le risorse devono essere previste dalle Istituzioni. Dove sono finiti quei soldi? Si tratta delle uniche risorse sicure dei bilanci, che corrispondono a spese obbligatorie, che gli enti pubblici devono (non “possono”) coprire. Il Presidente Cirio e l’Assessore Riboldi hanno chiesto a Roma i soldi per le quote sanitarie dei piemontesi? Perchè essendo Lea, se le hanno chieste, le prestazioni dovrebbero essere coperte e le quote sanitarie date a tutti i piemontesi non autosufficienti ricoverati. Perchè non è avvenuto? Cos’è andato storto? Dove sono questi soldi dei cittadini malati?

(Fondazione promozione sociale – segue Comunicato)

IPOTESI DEFICIT ECCESSIVO E PIANO DI RIENTRO REGIONE PIEMONTE,
Fondazione promozione sociale:
«La garanzia dei Livelli essenziali di assistenza per i malati non autosufficienti non può essere messa in discussione»

LE ASSOCIAZIONI SI INTERROGANO:
«Le quote sanitarie in Rsa sono Lea (articolo 30 dei Lea), dove sono finiti i fondi per garantirle? Il presidente Cirio e l’assessore Riboldi dimostrino di aver chiesto le risorse per i Livelli essenziali a Roma»

In merito alle voci di deficit eccessivo della Regione e le ipotesi di piano di rientro o commissariamento della sanità piemontese, «che ci auguriamo non si verifichi ripetendo la tristissima stagione già vissuta», la Fondazione promozione sociale ribadisce con la sua Presidente Maria Grazia Breda che «la garanzia dei Lea per i malati non autosufficienti non può essere messa in discussione: rientrano in questa categoria le risorse per i servizi residenziali e semiresidenziali per i malati non autosufficienti e le persone con disabilità, così come tutti i livelli di Assistenza domiciliare integrata (Adi), anche i più elevati. Sono tutte prestazioni previste dagli articoli 22, 30 e 34 dei Lea, che obbligano l’ente pubblico al loro finanziamento. Il Presidente Cirio e l’Assessore Riboldi hanno chiara la situazione, riportata anche nei documenti propedeutici al piano socio-sanitario: si tratta di spese Lea, per le quali chiediamo di sapere se e quando le risorse sono state chieste al Governo»

Nessun arretramento sul diritto alle quote sanitarie, anche in caso di spese sanitarie contingentate. Anzi. Per tenere alta l’attenzione sui bisogni dei malati non autosufficienti e delle persone con disabilità, per non cedere all’ingiusto arretramento sui loro diritti fondamentali e per segnalare alla Prefettura e alla Corte dei Conti che la Regione Piemonte non eroga le prestazioni di livello essenziale che dovrebbe, la Fondazione promozione sociale e il Coordinamento sanità e assistenza
tra i movimenti di base hanno programmato un presidio a Torino, in piazza Castello il 18 giugno (dalle 17,30).
«In Piemonte, la situazione già oggi è di violazione estesa dei Lea e occorre porvi rimedio al più presto, rispettando i Livelli essenziali, che devono essere finanziati dal riparto del Fondo sanitario nazionale – dice la presidente della Fondazione, Maria Grazia Breda – La Regione stessa ha certificato che oltre 9mila piemontesi non si sono visti riconoscere dalle Asl la quota sanitaria residenziale, che è un loro diritto esigibile Lea» e altri 14mila hanno chiesto cure domiciliari di lungo termine, mai arrivate.

Ancora Breda: «La Regione Piemonte e le Asl vanno contro le pronunce della Corte costituzionale che a più riprese ha chiarito che in presenza di eventuali difficoltà di bilancio, mai possono essere tagliate le prestazioni sanitarie e socio-sanitarie di livello essenziale e che le risorse per garantirle vanno trovate da maggiori trasferimenti o dal taglio di spese non obbligatorie».

I dati piemontesi segnalano la mancata copertura del fabbisogno Lea espresso dai cittadini malati e dalle loro famiglie e fanno il paio con quelli dei posti letto complessivi Rsa (quasi 34mila) e delle risorse impiegate ogni anno dalla Regione per le quote sanitarie, che bastano a coprire una metà scarsa dei ricoverati. Gli altri sono costretti a pagarsi di tasca propria, per anni, ricoveri totalmente privati (oltre 3mila euro al mese, cifre che mandano in default il bilancio delle famiglie).

Per ulteriori informazioni:
FONDAZIONE PROMOZIONE SOCIALE ONLUS/ETS tel. 011 8124469, 345 674 9838

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