Incontro on line su Ambiente e Autonomia differenziata

16 novembre alle 18

Comunicato stampa su DDL Casellati

La decisione del governo di presentare un Disegno di legge costituzionale che prevede l’elezione diretta del
capo del governo e il voto anticipato in caso di crisi del governo stesso rappresenta un attacco gravissimo alla
democrazia che si aggiunge ed è in collegamento diretto con il processo di Autonomia differenziata.
Smembramento della Repubblica e accentramento dei poteri: in che cosa si congiungono e convergono questi
due progetti, apparentemente contraddittori?

Innanzitutto, entrambi ridisegnano l’architettura costituzionale: l’ad minando la gran parte dei principi
fondamentali, il premierato picconando la democrazia parlamentare e il bilanciamento dei poteri.
Entrambi, poi, limitano enormemente le prerogative del Parlamento e, dunque, la democrazia rappresentativa.
L’Autonomia differenziata, infatti, disloca fino a 23 materie a livello regionale, rendendo quindi inutile la
legislazione nazionale. Il “premierato forte” (così è stato definita la “riforma” costituzionale), d’altro canto,
rende di fatto quasi impossibili le crisi governative, proteggendo in questo modo i governi dalle dialettiche che
possono nascere proprio in Parlamento, spesso riflesso delle dinamiche sociali del Paese. In sostanza, il ddl
Casellati trasferisce a livello nazionale le forme autocratiche che le regioni sperimentano da decenni.
Contrariamente a ciò che racconta la propaganda, se questi due progetti venissero attuati, per i lavoratori e le
lavoratrici, per i cittadini e le cittadine sarebbe molto più difficile far pesare la propria volontà, altro che
“finalmente decidono i cittadini”!

Tutto il sostegno all’AD è stato ed è giocato, infatti, sul presunto “decentramento”, sulla “vicinanza” dellepersone ai luoghi nei quali si decide, sull’“efficienza”. La realtà è che cittadine e cittadini si ritroverebbero
divisi/e da Regione a Regione, con venti legislazioni diverse, con una forza estremamente ridotta per far valere
le proprie ragioni, le proprie lotte e proteggere le proprie conquiste. In breve tempo, tutti i diritti universali
verrebbero rimessi in causa e, come in tutti i processi di “divide et impera”, cittadini e cittadine di ogni Regione
verrebbero messi gli uni contro gli altri.

D’altra parte, tutta la propaganda sul “premierato forte”, sul “presidenzialismo”, sul “rafforzamento del
governo” è stata ed è giocata sull’evitare “i giochi di palazzo” e su un presunto “rispetto della volontà
popolare”, che un’elezione diretta del capo del governo permetterebbe. Ciò significa, però, ignorare il ruolo e
la funzione che nella nostra storia hanno avuto manifestazioni, scioperi, iniziative, indicatori della perdita di
consenso, spesso anche in grado di fermare disastrosi provvedimenti e – insieme ad essi – i governi che li
avevano emanati.


È questa la dinamica sociale – garantita massimamente dalla nostra Costituzione – che da almeno trent’anni sista tentando di bloccare. Certo, molti colpi sono passati, molte conquiste sono state attaccate. Ma nonostante
diverse “riforme” elettorali e costituzionali, i governi non sono ancora sufficientemente “protetti”, “stabili” per
imporre, costi quel che costi, i piani distruttivi che le istituzioni internazionali e gli interessi del profitto
pretendono: distruzione dei contratti nazionali, privatizzazione completa della sanità, dell’istruzione e dei
servizi pubblici, fondi privati al posto delle pensioni, devastazione del territorio, tagli ai salari.
È per far passare tutto ciò, senza ostacoli, senza dialettica parlamentare, che si vuole disarticolare la Repubblica
ed accentrare i poteri.

Queste due “riforme” sanciscono il minimo di potere dei cittadini e il massimo di protezione del governo,
qualunque cosa faccia, sia esso nazionale o regionale!
Smembramento della Repubblica con l’AD, premier e governo forti: due tipiche espressioni della rimessa in
causa della democrazia.

Per questo, i Comitati Nazionali per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, l’uguaglianza dei diritti e
l’unità della Repubblica affiancheranno alla loro lotta quella contro il “premierato forte”, coscienti che – in
ultima analisi – si tratta di due attacchi micidiali congiunti e complementari, dei quali lavoratori/trici e
cittadini/e pagherebbero un prezzo altissimo.
Comitato Nazionale per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, l’uguaglianza dei diritti e l’unità della
Repubblica

3 novembre 2023

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