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Premierato forte? Eversione!

La decisione del governo di presentare un Disegno di legge costituzionale che prevede l’elezione diretta del capo del governo e il voto anticipato in caso di crisi del governo stesso rappresenta un attacco gravissimo alla democrazia che si aggiunge ed è in collegamento diretto con il processo di Autonomia differenziata.

Smembramento della Repubblica e accentramento dei poteri: in che cosa si congiungono e convergono questi due progetti, apparentemente contraddittori?

Innanzitutto, entrambi ridisegnano l’architettura costituzionale: l’ad minando la gran parte dei principi fondamentali, il premierato picconando la democrazia parlamentare e il bilanciamento dei poteri.

Entrambi, poi, limitano enormemente le prerogative del Parlamento e, dunque, la democrazia rappresentativa. L’Autonomia differenziata, infatti, disloca fino a 23 materie a livello regionale, rendendo quindi inutile la legislazione nazionale. Il “premierato forte” (così è stato definita la “riforma” costituzionale), d’altro canto, rende di fatto quasi impossibili le crisi governative, proteggendo in questo modo i governi dalle dialettiche che possono nascere proprio in Parlamento, spesso riflesso delle dinamiche sociali del Paese. In sostanza, il ddl Casellati trasferisce a livello nazionale le forme autocratiche che le regioni sperimentano da decenni.

Contrariamente a ciò che racconta la propaganda, se questi due progetti venissero attuati, per i lavoratori e le lavoratrici, per i cittadini e le cittadine sarebbe molto più difficile far pesare la propria volontà, altro che “finalmente decidono i cittadini”!

Tutto il sostegno all’AD è stato ed è giocato, infatti, sul presunto “decentramento”, sulla “vicinanza” delle persone ai luoghi nei quali si decide, sull’“efficienza”. La realtà è che cittadine e cittadini si ritroverebbero divisi/e da Regione a Regione, con venti legislazioni diverse, con una forza estremamente ridotta per far valere le proprie ragioni, le proprie lotte e proteggere le proprie conquiste. In breve tempo, tutti i diritti universali verrebbero rimessi in causa e, come in tutti i processi di “divide et impera”, cittadini e cittadine di ogni Regione verrebbero messi gli uni contro gli altri.

D’altra parte, tutta la propaganda sul “premierato forte”, sul “presidenzialismo”, sul “rafforzamento del governo” è stata ed è giocata sull’evitare “i giochi di palazzo” e su un presunto “rispetto della volontà popolare”, che un’elezione diretta del capo del governo permetterebbe. Ciò significa, però, ignorare il ruolo e la funzione che nella nostra storia hanno avuto manifestazioni, scioperi, iniziative, indicatori della perdita di consenso, spesso anche in grado di fermare disastrosi provvedimenti e – insieme ad essi – i governi che li avevano emanati.

È questa la dinamica sociale – garantita massimamente dalla nostra Costituzione – che da almeno trent’anni si sta tentando di bloccare. Certo, molti colpi sono passati, molte conquiste sono state attaccate. Ma nonostante diverse “riforme” elettorali e costituzionali, i governi non sono ancora sufficientemente “protetti”, “stabili” per imporre, costi quel che costi, i piani distruttivi che le istituzioni internazionali e gli interessi del profitto pretendono: distruzione dei contratti nazionali, privatizzazione completa della sanità, dell’istruzione e dei servizi pubblici, fondi privati al posto delle pensioni, devastazione del territorio, tagli ai salari.

È per far passare tutto ciò, senza ostacoli, senza dialettica parlamentare, che si vuole disarticolare la Repubblica ed accentrare i poteri.

Queste due “riforme” sanciscono il minimo di potere dei cittadini e il massimo di protezione del governo, qualunque cosa faccia, sia esso nazionale o regionale!

Smembramento della Repubblica con l’AD, premier e governo forti: due tipiche espressioni della rimessa in causa della democrazia.

Per questo, i Comitati Nazionali per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, l’uguaglianza dei diritti e l’unità della Repubblica affiancheranno alla loro lotta quella contro il “premierato forte”, coscienti che – in ultima analisi – si tratta di due attacchi micidiali congiunti e complementari, dei quali lavoratori/trici e cittadini/e pagherebbero un prezzo altissimo.

Comitato Nazionale per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, l’uguaglianza dei diritti e l’unità della Repubblica

3 novembre 2023

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