La mobilitazione mondiale per Abdullah Ocalan: il leader curdo incarcerato da 25 anni

È in corso una mobilitazione internazionale per chiedere la liberazione del leader curdo Abdullah Öcalan, che, a seguito della sua cattura nel febbraio 1999 in Kenya, grazie ad un’operazione NATO a guida USA, è imprigionato da 25 anni nell’isola-carcere di Imrali, in Turchia. Negli ultimi tre anni Öcalan, 74 anni, è stato costretto ad un duro regime di isolamento che gli ha impedito ogni contatto umano. Due settimane fa, il CPT, Comitato europeo per la Prevenzione della Tortura, ha visitato la Turchia in occasione del 25° anniversario del rapimento di Abdullah Öcalan, ma si è rifiutato di visitare la prigione dell’isola di Imrali. La decisione viola gli stessi scopi del Comitato, visto che tre anni di costante isolamento sono assolutamente inquadrabili come metodo di tortura.

Si moltiplicano le iniziative a livello internazionale per sostenere la liberazione del prigioniero politico Abdullah Öcalan, leader curdo, fondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), incarcerato da 25 anni nell’isola-prigione di Imrali, in Turchia, insieme a ad altri prigionieri politici curdi. Le manifestazioni hanno preso inizio a febbraio, mese della sua cattura, e proseguiranno fino ad aprile. Questa settimana, gli avvocati dello Studio Legale Al-Asr, Razia Ozturk, Ibrahim Bilmez, Imran Emekji e Cengiz Yurkli hanno presentato una nuova richiesta all’Ufficio del Procuratore Repubblicano della città turca di Bursa e alla Direzione del carcere di Imrali per incontrare i loro clienti: Abdullah Öcalan, Omar Hayri Konar, Hamili Yildirim e Veysi Aktaş. Öcalan è sottoposto ad un duro isolamento totale da tre anni e non comunica con i suoi avvocati dal 7 agosto 2019. L’ultimo contatto del leader curdo con il mondo esterno è stato il 25 marzo 2021, durante una telefonata con il fratello, Muhamed Öcalan, per la durata di 5 minuti, prima di essere interrotta dai funzionari del carcere. Dunque, dal 2021 non si hanno più sue notizie. I legali, come gli attivisti curdi e della causa curda, hanno più volte denunciato le condizioni carcerarie di Öcalan, del tutto ascrivibili alla categoria “tortura” e per cui più volte è stato chiesto l’intervento delle organizzazioni internazionali affinché intervenissero.

In un discorso tenuto a Colonia durante una conferenza stampa per la campagna Freedom for Öcalan, Thoreau Redcrow, analista statunitense specializzato in studi curdi, ha sottolineato l’isolamento illegale di Abdullah Öcalan e ha chiesto solidarietà internazionale. Redcrow ha sottolineato come un isolamento prolungato e senza scadenza sia un atto che rientra a pieno titolo nella categoria di “tortura”, essendogli stato negato, negli ultimi tre anni, «ogni contatto umano, nemmeno con i suoi avvocati e la sua famiglia. Per questo motivo, milioni di curdi e i suoi sostenitori in tutto il mondo non hanno informazioni relative alla sua salute. Ma mentre questa azione da parte dello Stato turco è ovviamente immorale, dobbiamo riconoscere che è anche illegale secondo il diritto internazionale, il diritto europeo, il diritto americano e persino il diritto turco».

Redcrow si è anche scagliato contro il Comitato europeo per la prevenzione della tortura (CPT), il quale si è rifiutato, a febbraio, di visitare l’isola-prigione di Imrali in occasione del 25° anniversario del rapimento di Abdullah Öcalan. «Il rifiuto del CPT di controllare il signor Öcalan è stata una vile e patetica abdicazione al suo unico dovere. Se il CPT non riesce a trovare il coraggio di insistere affinché il regime di Erdogan permetta loro di visitare l’isola di Imrali, allora non dovrebbe esistere come organizzazione», ha tuonato Redcrow.

Öcalan, leader curdo, fondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), è detenuto dal febbraio del 1999, quando un’operazione NATO a guida USA lo catturò in Kenya e lo consegnò alle autorità turche. Öcalan, oltre ad essere un leader politico, è un pensatore rivoluzionario che sempre di più viene studiato per il suo approccio socialista che va al di là della forma statale, in una sorta di anarco-socialismo che rivendica la capacità di autogoverno dei popoli. Egli è stato l’ideatore del confederalismo democratico, una forma di governo basata su rapporti orizzontali e non gerarchici, equa distribuzione delle risorse, parità dei sessi e rapporto simbiotico con la natura. L’autogestione teorizzata dallo storico leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan si basa sull’applicazione del municipalismo libertario (esaltazione della democrazia diretta) e dell’ecologia sociale.

Michele Manfrin

8/3/2024 https://www.lindipendente.online/

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