L’Europa dei veleni rialza la testa e minaccia il nostro futuro.
Non è dimostrato che il glifosato sia cancerogeno: questa la pronuncia che arriva oggi dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) in un parere nel quale si sostiene che questo erbicida non deve essere classificato come sostanza cancerogena. L’Agenzia ha deciso di mantenere la classificazione del glifosato come sostanza che causa gravi danni agli occhi e sostanza tossica per gli organismi acquatici con effetti duraturi, mentre ha concluso che “le prove scientifiche disponibili non soddisfano i criteri per classificare il glifosato come cancerogeno, come mutageno o tossico per la riproduzione”. Greenpeace denuncia: si ignorano le prove scientifiche. Ora si rischia un rinnovo dell’uso per quindici anni.
L’assoluzione e’ arrivata nonostante l’allarme lanciato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanita’ sulla pericolosita’ del noto diserbante. “Una conclusione- sottolinea la portavoce della Coalizione #StopGlifosato Maria Grazia Mammuccini- che non convince e a cui si e’ arrivati esaminando gli studi pregressi, compresi quelli delle aziende produttrici. Abbiamo lanciato gia’ alcuni giorni fa l’allarme sul possibile conflitto di interessi di alcuni membri della Commissione che ha emanato questo parere”.
Almeno tre di loro hanno lavorato per societa’ di consulenza del settore chimico, interessate a sostenere il glifosato e a non far partire un serio ripensamento sull’uso globale dei pesticidi nell’agricoltura europea. Il presidente del Comitato dell’ECHA, Tim Bowmer, ha lavorato per società di consulenza nel settore chimico per venti anni – come dice Greenpeace – Il suo contratto con le industrie di questo settore si è concluso il giorno precedente alla data in cui è entrato in carica come presidente del comitato di valutazione dei rischi dell’ECHA. Inoltre, come ammette la stessa Echa,
questo parere e’ basato “esclusivamente sulle proprieta’ dannose della sostanza. Non tiene conto della possibilita’ di esposizione
alla sostanza e quindi non tratta dei rischi di esposizione”. Per Patrizia Gentilini, dell’Isde- Associazione medici per l’ambiente, “in altre parole, secondo il controverso parere dell’Echa (formulato considerando anche studi non pubblicati, non sottoposti a revisione e condotti dall’industria produttrice), in se stesso il glifosato non indurrebbe in modelli sperimentali il cancro o mutazioni genetiche. Questo parere, secondo quanto dichiarato dalla stessa agenzia, esclude la valutazione dei rischi da esposizione prolungata di esseri umani (agricoltori e consumatori), sui quali l’Echa paradossalmente non si esprime. Ma e’ proprio l’esposizione sia professionale che residenziale o attraverso l’acqua e gli alimenti, che rappresenta un rischio per la salute delle persone, specie delle frange piu’ vulnerabili quali donne in gravidanza e bambini”.
Le 45 Associazioni riunite della Coalizione italiana #StopGlifosato lanciano un appello a tutti i cittadini per firmare e promuovere l’Iniziativa dei Cittadini Europei (Ice) contro il glifosato, per far sentire alla Commissione europea la propria voce contro l’uso del glifosato e contro un modello di agricoltura non piu’ sostenibile basato sull’utilizzo della chimica di sintesi lungo tutta la filiera
agroalimentare. Sono gia’ tanti i cittadini che hanno sottoscritto la petizione #StopGlifosato, “ma dobbiamo essere sempre di piu’ per spingere la Commissione Ue ad assumere la decisione finale sull’uso del diserbante a tutela degli interessi generali delle persone e non degli interessi particolari delle multinazionali della chimica”, conclude la Coalizione italiana #StopGlifosato.
Fabio Sebastiani
15/3/2017 www.controlacrisi.org
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