Lgbt, l’anno più violento per Europa e Asia centrale

Crescono i discorsi d’odio da parte di politici, leader religiosi, organizzazioni di destra e media. Così come le aggressioni feroci. È quanto emerge dall’indagine pubblicata da Ilga Europe che ha coinvolto 54 Paesi

Il 2022 è stato l’anno più violento per le persone Lgbti in Europa e Asia Centrale. Il report annuale di Ilga-Europe rivela che, negli ultimi 12 mesi, sono aumentate le aggressioni e i discorsi d’odio da parte di politici, leader religiosi, organizzazioni di destra e media che, in alcuni casi, hanno portato al suicidio delle vittime.

Non solo nei Paesi considerati più retrogradi in tema di diritti delle persone Lgbti. In Slovacchia e Norvegia, ad esempio, sono morte quattro persone e altre 22 sono rimaste ferite negli attacchi a due locali frequentati da persone Lgbti.

«Da anni, noi di Ilga-Europe diciamo che i discorsi d’odio, in tutte le loro forme, si traducono in violenza fisica reale. Quest’anno abbiamo visto che la violenza è sempre più organizzata e letale e che le persone Lgbti si sentono sempre meno sicure in Europa. Abbiamo la prova che i discorsi d’odio nei confronti delle persone Lgbti non sono solo parole di leader marginali o aspiranti autocrati, ma problemi veri con conseguenze drammatiche per le persone e le comunità. Questo fenomeno non riguarda solo i Paesi in cui i discorsi d’odio sono diffusi, ma anche quelli in cui si ritiene che le persone Lgbti siano accolte», ha detto Evelyne Paradis, direttore esecutivo di Ilga-Europe.

Lgbt: crescono discorsi e crimini d’odio contro le persone transgender

In molti Paesi europei l’hate speech (discorso d’odio) on line nei confronti delle persone transgender è un problema serio. Spesso gli autori sono leader politici o religiosi, come accade in Austria, Francia, Italia, Grecia, Russia e Slovacchia. In altri casi è la stampa a pubblicare servizi giornalistici ostili verso le persone transgender: è avvenuto in Irlanda, Norvegia, Spagna, Polonia e Regno Unito. In generale, c’è un aumento di discorsi d’odio nel periodo che precede e segue l’evente del Pride.

Sono in aumento anche i crimini d’odio in molti Paesi tra cui Francia, Germania, Ungheria, Islanda, Olanda, Russia, Serbia, Turchia. Ilga-Europe riporta diversi casi di aggressioni e omicidi, soprattutto di persone transgender, ma anche di suicidi, come quello di una giovane coppia armena che aveva subito molestie in seguito alla pubblicazione di una foto in cui si baciavano, o come quelli di tre donne transgender in Italia e Moldova, di cui due giovanissime.

Violenza anti-Lgbti: sempre più casi in tribunale, ma non basta

Sono molti i casi che sono finiti in tribunale e diverse le persone e le organizzazioni che sono state processate per crimini e discorsi d’odio. È quanto accaduto, ad esempio, in Bosnia Erzegovina, dove si è registrata la prima vittoria in tribunale dopo l’introduzione delle legge antidiscriminazione del 2019, e in Ungheria e Polonia, dove a finire a processo sono state alcune emittenti televisive.

Anche se le cause che finiscono davanti a un giudice sono in aumento in molti Paesi, per Ilga-Europe non è sufficiente. «Il focus dev’essere quello di fermare i discorsi d’odio in tutte le loro forme. In Europa molti politici hanno reagito con orrore all’uccisione di persone Lgbti quest’anno, ma anche se le espressioni di solidarietà sono sempre necessarie, non colpiscono la causa del problema, che è la proliferazione dell’odio contro le persone Lgbti e la loro strumentalizzazione per scopi politici. I nostri leader devono trovare il modo di combattere i discorsi d’odio invece che trovarsi nella posizione di reagire alle loro conseguenze», ha detto Paradis.

Chi difende i diritti Lgbt diventa un bersaglio

Torturati, uccisi, attaccati nelle loro case o nelle sedi delle loro organizzazioni. Nel 2022, scrive Ilga-Europe, c’è stato un aumento della violenza anche contro attivisti, difensori dei diritti e volontari di organizzazioni Lgbti.

In Azerbaijan una persona è stata uccisa, a Oslo due persone sono morte e 20 ferite nell’attacco avvenuto all’esterno di un bar. A Bratislava due persone sono morte e una ferita in un attentato avvenuto in un locale frequentato da persone Lgbti.

In Bielorussia sono centinaia gli attivisti detenuti e torturati, in Montenegro i difensori dei diritti umani hanno ricevuto minacce di morte e le loro case sono state vandalizzate.

Il Pride Info Centre di Belgrado, in Serbia, è stato attaccato due volte solo negli ultimi 12 mesi (14 in totale gli attacchi negli ultimi anni, e nessun responsabile è stato mai processato).

Mermaids, organizzazione che tutela le persone trans nel Regno Unito, è stata oggetto di una pesante campagna di diffamazione.

Il lavoro degli attivisti è ostacolato anche da leggi e restrizioni che limitano le loro azioni in difesa dei diritti delle persone Lgbti.

Niente educazione sessuale a scuola: i casi di Italia, Serbia, Ungheria e Russia

L’educazione è uno strumento fondamentale per tutelare i diritti e la libertà delle persone e per costruire accettazione nelle società. Ma in molti Paesi parlare di sesso, identità di genere, orientamento sessuale a scuola è impossibile.

Ilga-Europe rivela che in Ungheria gli insegnanti hanno paura di parlare di questi temi in classe, che in Serbia si pensa di modificare i libri di biologia che parlano di diversità.

E in Italia il primo ministro Giorgia Meloni ha pubblicamente parlato del divieto di insegnare educazione sessuale a scuola e di parlare di persone Lgbti nei libri per bambini.

In Russia è proibita l’informazione positiva e neutrale sulle persone Lgbti e sulla riassegnazione del genere per minori e adulti e sono stati registrati casi di presidi licenziati per aver fatto “propaganda Lgbti” e di studenti minacciati di espulsione dall’università per aver postato video a tema Lgbti su una piattaforma rivolta ai loro compagni.

Il Pride e le manifestazioni anti-Lgbti

Il Pride è un evento centrale per i movimenti Lgbti e, nel 2022, si è tenuto per la prima volta anche in Azerbaijan, dove è stato organizzato da tre attivisti.

Al contempo, si è registrato un aumento di dimostrazioni anti-Pride, che secondo Ilga-Europe sono direttamente collegate alla strumentalizzazione del Pride da parte dei politici di molti Paesi.

Durante l’EuroPride in Serbia, la polizia ha respinto gruppi di dimostranti che sventolavano croci e simboli religiosi. Ma centinaia di persone hanno comunque marciato contro l’EuroPride nei giorni precedenti alla manifestazione.

A Bratislava, in Slovacchia, non ci sono stati incidenti durante il Pride, ma è stata organizzata in contemporanea una marcia per la famiglia. La stessa cosa è accaduta in Turchia, dove centinaia di persone hanno partecipato a una marcia contro il Pride in diverse città.

Non solo cattive notizie

In molti Paesi sono stati fatti progressi, grazie soprattutto al lavoro di attivisti e difensori dei diritti umani. Andorra, Lettonia e Slovenia, ad esempio, hanno adottato leggi che riconoscono le unioni tra persone dello stesso sesso.

Spagna e Scozia hanno votato per l’autodeterminazione legale del genere, ma mentre in Spagna è passata la legge, il governo inglese ha bloccato la proposta scozzese.

Nel 2022 la diffusione del vaiolo delle scimmie è stata strumentalizzata in molti Paesi per accusare le persone Lgbti, c’è stata molta disinformazione e a Cipro, in Grecia, Lituania, Portogallo e Spagna se n’è parlato in modo stigmatizzante.

D’altra parte, però, sottolinea il nuovo rapporto, stanno aumentando i Paesi che hanno rimosso i divieti di donazione di sangue per gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini. Tra questi ci sono Cipro, Francia, Grecia, Irlanda, Lituania e Slovenia.

Cresce il sostegno alle persone Lgbti in Georgia, in Ungheria (nonostante le politiche contro le persone Lgbti del governo di Viktor Orban) e in Polonia, dove un’alta percentuale di cittadini è favorevole a riconoscere le unioni tra persone dello stesso sesso.

Laura Pasotti

14/3/2023 https://www.osservatoriodiritti.it/

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Immagine in Hompage Foto: Human-Etisk Forbund (via Flickr)

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