Morti premature, anni di vita persi e anni vissuti con disabilità per l’esposizione al biossido di azoto NO2 nei Paesi europei

Nell’articolo Danni alla salute umana dall’inquinamento atmosferico in Europa abbiamo visto come l’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) misurare gli impatti sulla salute dell’inquinamento atmosferico.
In particolare è stato spiegato il concetto di “Onere di malattia” (‘Burden of disease’ ) che descrive l’impatto che una malattia ha sulla salute di una popolazione. Misurato da diversi indicatori tra cui mortalità e morbilità. Il carico di malattia attribuibili all’esposizione al rischio ambientale si basa generalmente sulla prova di un legame causale tra un fattore di rischio e un risultato di salute. L’onere attribuibile è considerato prevenibile se la sua causa può essere eliminata o ridotta.
Le stime per il carico ambientale della malattia sono fatte individualmente per i rispettivi inquinanti atmosferici. Non possono essere sommati insieme in quanto mostrano un grado di correlazione. Questo è in particolare il caso del carico di malattia dovuto a PM2.5 e NO2. Le mappe / tabelle pubblicate in questo articolo sono prodotte sulla base di quanto presente nella banca dati sull’onere di malattia dall’inquinamento atmosferico EEA. Banca dati che presenta le stime dal 2005 delle cifre di mortalità e morbilità attribuibili all’esposizione a PM2.5, NO2 e O3 per i singoli paesi (fino al dettaglio della singola città) e diversi gruppi di paesi.
Queste stime sono generalmente misurato utilizzando quattro indicatori:
- numero di decessi – morti attribuibili (AD);
- Anni vissuti con disabilità (YLD)
- Anni di vita persi (YLL)
- Anni di vita sana persi (DALY)
Nell’articolo Morti premature, anni di vita persi e anni vissuti con disabilità per l’esposizione alle polveri sottili PM2,5 nei Paesi europei abbiamo visto la situazione per quanto riguarda le polveri sottili PM2,5, questa volta lo facciamo per il biossido di azoto (NO2).
Il biossido di azoto (NO2)
Gli ossidi di azoto si formano durante qualsiasi combustione dove l’aria sia il comburente, in ragione della presenza di azoto e ossigeno. Nella miscela di reazione il monossido di azoto (NO) è prevalente ed è accompagnato da quote variabili di biossido di azoto (NO2). Quest’ultimo si forma in atmosfera prevalentemente in conseguenza di reazioni chimiche che coinvolgono l’ossido di azoto (NO) emesso da fonti primarie. Le principali sorgenti di ossidi di azoto sono costituite dalle combustioni nel settore dei trasporti (in particolare dai motori diesel), negli impianti industriali, negli impianti di produzione di energia elettrica e di riscaldamento civile. La forte incidenza del trasporto stradale come fonte principale del biossido di azoto è stata confermata anche dalle analisi effettuate nel corso del lockdown del 2020, sia dalle rilevazioni satellitari del programma europeo Copernicus, sia dalle rilevazioni effettuate da parte delle agenzie ambientali. (Ulteriori informazioni di dettaglio nell’articolo Biossido di azoto: i dati 2022 e 2023 nelle stazioni di monitoraggio in tutta Europa)
Di seguito riportiamo, per questo inquinante, i dati relativi ai quattro indicatori sopra indicati che misurano il suo impatto sulla salute umana (fra i diversi criteri possibili abbiamo selezionato quello che fa riferimento alle line guida OMS 2021).
Morti attribuibili
I morti attribuibili o numero di decessi (AD) sono i casi che si sono verificati a causa di una specifica malattia o gruppo di malattie, in questo caso per l’esposizione al Biossido di azoto.
Per l’NO2, il più alto numero di decessi attribuibili nel 2022 si è verificato in Turchia, Italia e Germania (in ordine decrescente).
27/1/2025 https://ambientenonsolo.com/
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