Piemonte. Il caso della malata di Alzheimer di Albugnano
Il Presidente della Giunta regionale, Alberto Cirio, non ha “risolto” il caso della malata di Alzheimer di Albugnano.
Ci ha pensato la figlia, che si è avvalsa della legge con il suo avvocato
Torino, 10 settembre 2025 – È tornata alla ribalta, dopo le cronache del mese di agosto, la vicenda del caso, drammatico, della malata di Alzheimer dell’Asl che la Rsa voleva dimettere ad Albugnano, in provincia di Asti.
Nel frattempo la figlia ha sollecitato la commissione Uvg per ottenere la convenzione, cioè il pagamento del 50% della retta Rsa da parte del Ssn, e, non avendo ricevuto risposte, si è attivata con il suo avvocato per l’opposizione alle dimissioni e per chiedere il pagamento integrale della retta, viste le sentenze favorevoli nei casi di Alzheimer.
L’Asl TO5 ha finalmente ripreso in mano la situazione, che conosceva dal maggio 2024, da quando cioè la figlia aveva inviato al direttore generale dell’Azienda sanitaria il sollecito all’erogazione della convenzione (su consulenza della Fondazione promozione sociale), visto che era stata costretta al ricovero dopo anni di cure a casa, senza alcun aiuto. Solo dopo questa contestazione dell’esito dell’Uvg da parte della famiglia, l’Asl ha riconosciuto la “gravità” della condizione sanitaria e ha indicato la convenzione come “urgente”.
Le delibere regionali vorrebbero quindi che l’attivazione della convenzione (il pagamento del 50% della retta) diventasse realtà entro tre mesi, ma stiamo ancora verificando se ciò è vero per questo caso, perché dai dati delle Asl piemontesi risulta che le urgenze ricevono la convenzione anche dopo 8-9 mesi. Nel frattempo le famiglie devono continuare a pagare la retta intera, che spesso supera i 3mila euro al mese, anche se hanno diritto alla quota sanitaria
Il caso in oggetto, vista la gravità sanitaria, sta inoltre pretendendo in sede legale che l’Asl paghi tutto il ricovero, perché la malata fruisce di prestazioni «socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria» (così come definite dal Dpcm 14 febbraio 2001), cioè così rilevanti dal punto di vista sanitario, da dover gravare in toto sull’Asl.
Leggiamo che il Presidente della Regione, Alberto Cirio, si è mosso e avrebbe fermato la dimissione da parte della Rsa e promesso che entro l’anno sarà approvato un provvedimento in materia.
Riteniamo doveroso precisare alcuni punti, per ridimensionare il racconto mediatico della vicenda.
Primo: la permanenza della malata in Rsa e la sua presa in carico da parte dell’Asl non derivano da una concessione “ad personam” del Presidente Cirio, ma da precise leggi dello Stato che impongono alle Asl di erogare prestazioni di ricovero convenzionato ai malati non autosufficienti.
Secondo: la norma sulla ripartizione dei costi di ricovero tra Servizio sanitario e utente c’è già ed è di Livello essenziale. L’Asl è tenuta a pagare il 50% per i ricoveri qualificati come «lungo assistenza» e il 100% per quelli che prevedono «prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria».
Il gigantesco problema della Regione Piemonte – ben noto al Presidente Cirio, come a tutta la Giunta, ma ormai da anni privo di interventi concreti che non siano bonus ai gestori – non sono gli sporadici casi di famiglie che davanti all’estrema gravità del malato pretendono in Tribunale la copertura del 100% della retta, ma i quasi 10mila malati cronici non autosufficienti gravissimi, spesso con grave decadimento cognitivo, che non hanno nemmeno il 50% della retta pagato dall’Asl, nonostante sia un loro diritto fondamentale (dati della Regione).
Per invertire la rotta di questa clamorosa ingiustizia, due cose sono necessarie: togliere la richiesta illegittima dell’Isee tra le condizioni di accesso al ricovero in Rsa, poiché la quota sanitaria è una prestazione Lea che non può essere soggetta a limitazione in base alla situazione economica dei malati, e stanziare risorse per le convenzioni Asl in base al fabbisogno che emerge dalle liste d’attesa, mentre i fondi sono fermi ancora al 2019.
Caro Presidente, non servono provvedimenti da approvare in materia. Serve applicare la legge dello Stato che in Piemonte è da troppo tempo violata con grave danno di tanti piemontesi a cui la sua Giunta applica una pesantissima tassa occulta, lasciandoli da soli a pagare tutte le cure dei propri cari malati.

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10/9/2025










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