Procurata catastrofe della sanità pubblica
Ma è proprio vero che in Italia ci sono pochi medici?
Ogni giorno ci viene spiegato che la crisi del SSN, e quindi anche il problema delle liste d’attesa, dipende dalla mancanza di medici e di infermieri. Le cose non stanno esattamente così. Nel 2022, ultimo anno per il quale sono disponibili i dati, i medici in attività erano circa 250.000: 4 ogni mille abitanti. La media europea era di 3,6 e quella dei Paesi OCSE di 3,7.
Sempre nel 2022, i medici attivi nel SSN erano circa 125.000 ovvero la metà del totale; circa 100.000 di questi come dipendenti pubblici, e oltre 20.000 dipendenti di strutture equiparate al SSN. Se invece guardiamo il numero dei medici di medicina generale, ovvero i medici di famiglia, il quadro è diverso: le cifre in questo caso sono riferite al 2021, e si invertono. Sono 68,1 medici ogni 100.000 abitanti, mentre in Germania 72,8; 74,8 in Austria; 94,4 in Spagna e 96,6 in Francia.
Quindi non è vero che fino ad oggi abbiamo avuto un numero bassissimo di medici, ma è certamente vero invece che abbiamo un basso numero di medici nelle strutture pubbliche del SSN a fronte di un alto numero di professionisti che hanno scelto di lavorare nelle strutture private. Inoltre, in Italia c’è un basso numero di Medici di Medicina Generale.
Nell’immediato, gli obiettivi dovrebbero quindi essere: aumentare gli stipendi e migliorare le condizioni di lavoro per i dipendenti del SSN, cancellare il blocco delle assunzioni e contemporaneamente ridefinire le regole del rapporto pubblico/privato in modo da attrarre o riattrarre i medici dalle strutture private verso quelle pubbliche. Ciò non avviene però perché, aldilà delle dichiarazioni di principio, la medicina privata ha tra i legislatori molti più “amici”, e non da oggi, di quella pubblica.
Per i Medici di Medicina Generale sarebbe importante da subito l’aumento dello stipendio, la modifica del percorso di studio equiparandolo a quello delle altre specialità mediche, una diminuzione del carico burocratico-amministrativo e la rivalutazione sociale della figura professionale di questi medici.
Guardando al futuro prossimo, la situazione è destinata a modificarsi e presto ci troveremo con un numero di medici, in relazione alla popolazione, inferiore alla media europea. Questo a causa dell’alta età media dei nostri medici che si colloca tra i primi posti in Europa. Solo quest’anno sono attesi circa 40.000 pensionamenti. Evidente e necessario dunque è un aumento del numero di medici, nel prossimo futuro.
Analizziamo ora la situazione degli infermieri. Sempre con riferimento ai dati relativi al 2022, l’Italia è abbondantemente sotto la media dei Paesi OCSE (che è di 9,8) con 6,5 infermieri ogni 1.000 abitanti. Se guardiamo il numero di laureati in Scienze Infermieristiche negli ultimi anni anche questo è decisamente inferiore alla media OCSE: nel 2022 è arrivato a 16,4 per 100.000 abitanti contro il 44,9. Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza italiana, poichè gli infermieri sono fortemente sottoretribuiti e svalutati nel ruolo che occupano all’interno della nostra società.
Vittorio Agnoletto
8/2/2025
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