REFERENDUM 8 E 9 GIUGNO: AMPLIARE E RAFFORZARE L’IMPEGNO PER I DIRITTI DI CHI LAVORA E DI CHI CERCA DA NOI UN FUTURO

COMUNICATO STAMPA

“La campagna a sostegno dei cinque referendum dell’8 e 9 giugno – ha dichiarato Alberto Deambrogio, segretario regionale piemontese di Rifondazione Comunista – sta entrando in una fase decisiva per il raggiungimento del quorum e, quindi, per un buon risultato in grado di ridare diritti alle lavoratrici, ai lavoratori e ai migranti che da troppo tempo aspettano un riconoscimento del loro ruolo positivo nel nostro paese”.

“Il lavoro è ormai quasi esclusivamente una merce, lavoratrici e lavoratori sono sottoposti a incredibili ricatti in condizioni di sfruttamento e insicurezza crescenti. Anche sul nostro territorio possiamo toccare con mano quanto pesino la disoccupazione, la precarietà, il part time di fatto obbligato, il finto lavoro autonomo, i bassi salari e l’insicurezza sui luoghi di lavoro. Attraverso i referendum promossi dalla CGIL, che sosteniamo attivamente, si intende dare una prima significativa risposta sul terreno del ripristino dell’articolo 18 per i licenziamenti senza giusta causa, per limitare l’estensione della precarietà e per la sicurezza negli appalti. Si tratta di rimettere al centro dell’agenda politica i diritti delle classi lavoratrici, in particolare delle generazioni più giovani”.

“Per ottenere dapprima il quorum e poi un buon risultato l’8 e 9 giugno occorre sempre di più lavorare a un intreccio tra battaglia referendaria e calendario di lotte generali e locali: un percorso in grado di unire tutto il mondo del lavoro. In queste ultime settimane le crisi aziendali in Piemonte sono aumentate a dismisura e, al di là di ogni situazione specifica, va detto che si stenta a capire che tutte sono anche la derivata della situazione di guerra in corso, con le ripercussioni negative in termini di costi energetici e commerciali. Ecco una grande occasione per ampliare e rafforzare la campagna referendaria connettendola a un impegno contro la guerra e per la pace: tacciano le armi e si affermino il lavoro e i suoi diritti!”.

“Il quesito sulla cittadinanza per le persone migranti – ha concluso Deambrogio – rappresenta un’ ulteriore e importante occasione per un cambiamento di rotta nella normativa incapace di leggere il fenomeno migratorio. Il dimezzamento dei tempi per ottenere la cittadinanza italiana è un passo simbolico, ma in grado di alludere a un percorso in cui il migrante smette di essere il capro espiatorio, l’oggetto principale di una guerra fra poveri voluta da chi propugna austerità e profitti per pochi. La trasversalità di soggetti che sostengono questo quesito è sicuramente importante anche al fine del raggiungimento del quorum nella tessitura complessiva della stagione referendaria”.

26 aprile 2025

Partito della Rifondazione Comunista

Comitato regionale del Piemonte e Valle d’Aosta”

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