Senza soccorso

Sabato 25 febbraio, alle 22.30 circa, l’aereo Eagle1 di Frontex – l’agenzia europea che aiuta gli Stati membri al controllo delle frontiere  – segnala di avere avvistato un barcone a 40 miglia dalle coste calabresi. Frontex riferisce che il barcone viaggia a sei nodi in buone condizioni di galleggiabilità, con una persona sola visibile sulla coperta, ma la fotografia termica rileva che il ventre della nave è caldo, quindi pieno di gente. Riferisce anche che a bordo c’è qualcuno che ha un cellulare turco, indizio che si tratti di un’imbarcazione condotta da scafisti.

Da Roma si decide di fare uscire in mare non le motovedette della Guardia costiera classe 300, inaffondabili, capaci di affrontare le peggiori condizioni meteo, ma due mezzi della Guardia di finanza per compiere un’operazione di “polizia marittima”. A mezzanotte e mezza escono in mare due unità navali, una motovedetta veloce e un pattugliatore. A causa delle condizioni meteo avverse, per gli uomini delle Fiamme gialle la navigazione diventa pericolosa. Non riescono a trovare il target e ritornano in porto. Nessuno manda in volo un elicottero o un aereo per vedere dove sia finito quel barcone di legno un carico di disperati.

Alle 3.40 il comando provinciale della Guardia di finanza di Vibo Valentia informa la Guardia costiera di quanto accaduto, chiedendo di impiegare loro unità navali per intervenire, “senza avere riscontro”.

Alle 4 del mattino di domenica 26 febbraio, da un numero internazionale giunge alla centrale operativa dei carabinieri di Crotone una telefonata drammatica e poco comprensibile in inglese, con voci disperate di donne. L’operatore localizza la chiamata e avvisa la pattuglia di raggiungere subito Steccato di Cutro. Alle 4 e mezza sono sul posto e cominciano a raccogliere cadaveri e a soccorrere i sopravvissuti. Il bilancio della tragedia è uno dei più gravi registrati nel Mediterraneo: 70 morti di cui 16 minori (di questi 14 non sono stati finora identificati) più un numero imprecisato di dispersi (intorno ai 40), con 79 migranti salvati. Il barcone è partito da Smirne (Turchia) e i principali paesi di provenienza dei migranti sono Afghanistan, Pakistan, Iraq, Siria e Somalia.

Gavino Maciocco

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6/2/2023

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