Un referendum per la sanità toscana

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LA TOSCANA FELIX NON ESISTE PIU’

di Dr Giuseppe Ricci
portavoce Referendum Consultivo

A distanza di dieci anni non esiste realtà nella quale non si manifesti un profondo disagio e talvolta rinuncia alle cure per le decisioni della politica sanitaria toscana. Decisioni che trasformano la Persona in un Numero buono solo per gli algoritmi.

Noi, i Referendari del 2015, dopo aver atteso per anni proposte mai realizzate come le Case della Salute (nuovi Contenitori in vecchi Distretti), la presa in carico del cittadino mai concretizzato, il consolidamento di pratiche omissive quale il fenomeno delle liste chiuse e peggio ancora la scientifica e perversa pratica di non evadere il 25% delle richieste di prenotazioni, abbiamo deciso di dire BASTA!

Siamo tornati e proponiamo un REFERENDUM CONSULTIVO che pur nella limitazione della proposta, come da normativa regionale, ha però un chiaro e ben definito obiettivo: BASTA con la CENTRALIZZAZIONE della Sanità causa e concausa della disastrosa offerta delle prestazioni. Vogliamo che la RESPONSABILITA’ delle scelte, dei programmi e del controllo torni in mano ai Sindaci unici e veri interlocutori delle istanze locali. A tal fine si chiede che vengano ricostituite le AUSL in ambito Provinciale.

REFERENDUM CONSULTIVO SANITA’ TOSCANA

QUESITO

“Siete favorevoli alla proposta volta a rivedere l’attuale assetto del Servizio Sanitario Regionale incentrato in tre Aziende Unità Sanitarie Locali (AUSL) di area vasta, come previsto dalla legge regionale toscana n. 84/2015 (“Riordino dell’assetto istituzionale e organizzativo del sistema sanitario regionale. Modifiche alla l.r. 40/2005″), al fine di assicurare una maggiore diffusione delle AUSL sul territorio, organizzandole su base provinciale?”

Il REFERENDUM CONSULTIVO NON HA L’OBBLIGO DEL QUORUM. Non ha gli effetti di quello abrogativo ma è politicamente rilevante. Non ci sono precedenti in Regione Toscana. Se saranno raggiunte 30.000 firme il Consiglio Regionale dovrà dedicare una intera sessione sulla volontà espressa col voto dai Toscani. Un referendum voluto da Cittadini per dire alla Regione Toscana: BASTA!.

PREMESSA
La centralizzazione delle attività in sole tre mega aziende sanitarie è stata la scellerata idea che ha provocato un concause (Finanziamenti, strisciante privatizzazione, blocco assunzioni e salari) ma non si può non riconoscere che la MADRE sia stata la legge di riorganizzazione 84/2015 fortemente voluta da Enrico Rossi ex Presidente della Giunta Regionale. Il vero MANDANTE della “schiforma” che ha poi trovato in Eugenio Giani, allora Presidente del Consiglio Regionale, il fedele ESECUTORE .

Il comportamento di Eugenio Giani fu, all’epoca, francamente scandaloso. Prima ancora che la Legge di riorganizzazione venisse discussa in Consiglio Regionale erano state raccolte e depositate ben 55.000 firme (superiori alle 40.000 necessarie) per richiedere un REFERENDUM ABROGATIVO, Referendum sostenuto anche da tutte le forze politiche e dalla stragrande maggioranza delle OO.SS. di categoria. Orbene, questo Personaggio di bassissima sensibilità politica, anziché, come suo dovere, sospendere il disegno di legge e consentire l’indizione del Referendum Abrogativo prendendone poi atto dell’esito, consentì viceversa alla Giunta Regionale di presentare il DDL che venne scandalosamente approvato in meno di un mese, e rendendo vano il Referendum. In quei giorni fu chiaro a TUTTI che in TOSCANA era stata sepolta la DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA.
Uno schiaffo mortale che ha annichilito Comitati, Associazioni, singoli Cittadini che con entusiasmo speravano di potersi esprimere contro la politica sanitaria perpetrata da oltre tre lustri ( come vero padre/padrone e in regime assoluto) da Enrico Rossi in Toscana.
Che avessimo ragione nella battaglia di allora ne fu testimone un articolo comparso nel 2016 su LA NAZIONE di Firenze “La Sanità Toscana non è quella che ci vogliono raccontare”. Colpiti dall’emergere abbastanza frequente di casi di malasanità o malagestione nelle strutture ospedaliere di una regione, la Toscana, che una volta era nota per la sua buona offerta di cure. Qualcosa insomma non funziona, qualche provvedimento andrà preso, e come minimo la sanità toscana non è sugli standard che ci vogliono raccontare.”

NEL MERITO DEL REFERENDUM CONSULTIVO.

Si riporta la Relazione Illustrativa inviata al Collegio di Garanzia unitamente alle firme necessarie affinché lo stesso dichiarasse ammissibile il QUESITO REFERENDARIO, come poi avvenuto e pubblicato sul BURT del 19 Maggio.
” Il quesito proposto richiede all’elettore di svolgere una chiara scelta fra due essenziali indirizzi di gestione del Sistema Sanitario della Regione Toscana votando NO, cioè confermando l’indirizzo adottato nel 2015 dal Legislatore – oppure respinga votando SI, cioè proponendo di abbandonare l’indirizzo suddetto per adottare invece quello della maggior diffusione delle ASL organizzandole su base provinciale.

Il legislatore aveva approvato lo schema organizzativo di cui alla legge 84/2015 al fine di promuovere:
1) la semplificazione del sistema
2) la riduzione dei livelli apicali
3) la valorizzazione del territorio
4) la realizzazione di economie di scala nonché un ulteriore contenimento della spesa

I PROMOTORI DEL REFERENDUM CONSULTIVO ritengono che la riorganizzazione non abbia portato alcun beneficio ai Cittadini Toscani e abbia invece peggiorato il diritto all’accesso delle prestazioni garantito dalla Costituzione.
In molte zone della Regione Toscana cresce il malcontento di chi non riesce a trovare risposte ai propri bisogni di salute, in tempi congrui, ed è spesso costretto a rivolgersi al Privato e talvolta a rinunciare alle cure.

Non da oggi sono molti a sostenere che la Legge 84/2015 era basata su un’idea fondante DISCUTIBILE (la riduzione delle AUSL e la concentrazione in poche mani dei livelli di programmazione, direzione e gestione consentisse risparmi economici, miglioramenti dell’efficienza e della qualità dei servizi) perché non esisteva un modello/esperienza che permettesse di confermarlo. Mentre avrebbero dovuto ricordare le conclusioni di uno studio del King’s Fund, il più importante istituto di ricerca britannico: <>

Erano in molti a dire ed oggi a confermare che il GIGANTISMO ORGANIZZATIVO in Sanità aumenta la complessità organizzativa e finanziaria, diminuisce la capacità di controllo sul funzionamento dei servizi, aumenta le distanze tra il livello decisionale e la partecipazione democratica e riduce quasi a zero le possibilità di influenza dei sindaci e delle comunità locali. (cit.Gavino Maciocco – Docente UNIFI- Esperto di politiche sanitarie e salute globale).

Erano in molti a dire ed oggi a confermare che la Legge 84/2015 avrebbe avuto Costi Sociali importanti. Ne dà testimonianza la stessa Corte dei Conti, allorquando, nelle indagini in merito alle liste di attesa per le prestazioni di diagnostica e specialistica, afferma che solo una parte della domanda di prestazioni viene soddisfatta dal Servizio sanitario pubblico a dispetto delle statistiche ufficiali. La stessa Corte dei Conti afferma inoltre che il frequente ricorso alle Agende Chiuse lede il diritto alla prestazione sancito dalla Costituzione.

Nel complesso, non si può non affermare che lunghi tempi di attesa associati al fenomeno delle Agende chiuse nonché la proposta di sedi lontane dalla residenza abbiano prodotto e producono migrazioni di massa verso il settore privato, soprattutto se questo mette sul mercato prestazioni low cost (ciò tra l’altro implica minori entrate per le AUSL non venendo incassato il ticket) .

I PROMOTORI DEL REFERENDUM, constatato e preso atto che l’accorpamento del Sistema Sanitario Regionale in tre Macro AUSL non abbia prodotto i miglioramenti nella qualità dei servizi, ritengono che il ritorno ad un modello di AUSL su base provinciale, sarebbe una scelta opportuna/necessaria per ridefinire una organizzazione, una programmazione e una gestione più coerente con le istanze territoriali, garantendo quindi servizi più accessibili per i Cittadini.

I PROMOTORI del Referendum Consultivo, dopo quasi dieci anni di attuazione della legge sanitaria della Toscana, sono costretti a rilevare:

  • che la strisciante politica di ridimensionamento della Sanità Pubblica provoca elevati costi sociali
  • che oltre 200.000 Cittadini Toscani (fonte ISTAT) sono costretti a rinunciare alle cure per ragioni economiche e/o distanze
  • il taglio in 10 anni di 989 posti letto nei Presidi Ospedalieri Toscani
  • le conclusioni delle Relazioni della Corte dei Conti fortemente critiche in merito alla Gestione delle ASL di Area Vasta e ai richiami nei confronti della stessa Regione (v. CORTE DEI CONTI BILANCI DI ESERCIZIO)
  • le motivazioni con le quali le Aziende ASL approvavano, oltre il limite consentito, i loro Bilanci di Esercizio :”A causa della complessità post accorpamento”
  • la reiterazione delle AGENDE CHIUSE per carenza di offerta e/o per evitare di conoscere la reale richiesta di prestazioni (v. Corte dei Conti)
  • le affermazioni dei Sindaci che ritengono ininfluente la loro presenza all’atto della nomina del Direttore Generale (Sindaco di Arezzo)
  • di assistere a un depauperamento degli Ospedali di Zona e delle Aree disagiate. Non ultimo offrire come sede di erogazione un Presidio distante fino a 140 km dalla residenza
  • di assistere alla caotica gestione dei Pronto Soccorso, alla impossibilità di reperire un posto letto per ricovero in tempi congrui, alle lunghe attese talvolta in condizioni indicibili anche causato dal taglio dei posti letto.
  • che le Case della Salute siano in gran parte contenitori ex Distretto e ben lontane da offrire i servizi previsti dalla normativa specifica.

I PROMOTORI DEL REFERENDUM indicano chiare ed evidenti ragioni connesse con l’altrettanto chiaro e univoco quesito col quale si propone di porre agli elettori una scelta fra indirizzi distinti e contrapposti di carattere organizzativo e politico-istituzionale:

Nelle tre AUSL di Area Vasta si registra una centralizzazione dei processi decisionali con scarso e talvolta nullo coinvolgimento dei Sindaci, autentici rappresentanti delle esigenze e delle istanze territoriali. Sono lontani e per molti aspetti da rimpiangere i tempi in cui nelle Aziende Sanitarie provinciali la presenza, gli indirizzi ed il controllo dei Sindaci era efficace e la stessa dirigenza dell’Azienda partecipava e discuteva anche in condizioni di confronto dialettico alla stesura dei Piani programmatici.

  • Nelle tre AUSL di Area Vasta inevitabilmente si è andata a consolidare una costosa burocratizzazione del Sistema, una revisione continua dei Repertori delle strutture, una conflittualità/insoddisfazione dell’utenza un tempo mediata dalla Partecipazione dei Sindaci.
  • E’ notorio che tanto maggiore è la distanza tra chi decide e le strutture operative tanto minore è il senso di appartenenza.
  • Dietro una Richiesta di Prestazione e successiva Prenotazione c’è una Persona (talvolta una famiglia) ma nella realtà il tutto è gestito come NUMERO e poco importa al SISTEMA se quel numero riceve una risposta lontano dalla residenza (es. da Viareggio propongono la Lunigiana o Isola D’Elba – dal Valdarno il Casentino – da Arezzo addirittura Grosseto e viceversa). L’importante è che ci sia una sede che eroga il servizio.

I PROMOTORI DEL REFERENDUM alla luce di quanto esposto desiderano sottoporre alla votazione popolare la proposta di una Organizzazione del Servizio Sanitario Regionale con Aziende Sanitarie su base provinciale. “

LA FASE DELLA RACCOLTA FIRME (Giugno-Settembre 2025)

E’ evidente che ora siamo di fronte alla difficoltà maggiore, quella di raccogliere le fatidiche 30.000 firme.

Se è pur vero che molti Comitati, Associazioni, Gruppi, Movimenti e Partiti hanno aderito al Referendum, è altrettanto vero che nella collettività il REFERENDUM quale strumento di partecipazione ha subito una chiara disaffezione dopo l’esito della recente votazione sui Referendum nazionali.

Certo è che allorquando riusciamo a chiarire che il Consultivo non necessita di QUORUM la firma viene depositata più facilmente.

Il messaggio che deve essere fatto comprendere è che stiamo dando una risposta alle quotidiane difficoltà, al diniego dei diritti, al mercato delle prestazioni.

Si raccolgono firme per un Referendum che vuole la eliminazione delle Aree Vaste e il ritorno ad un sistema sanitario su base provinciale. Una organizzazione nella quale siano i Sindaci del TERRITORIO a decidere dove e come allocare le risorse. Un sistema dove il DG è controllato a vista dai Sindaci.

Attualmente la politica sanitaria è in mano alla Regione e poco o nulla incide il parere dei Sindaci.

Occorre far comprendere che il buon esito di qualche investimento non deriva dalla Politica Regionale bensì è frutto del PNRR, fondi sostanzialmente europei per i quali il MITICO EUGENIO GIANI taglia ogni giorno nastri.

Per contro c’è da domandarsi perché si è deciso di realizzare l’Ospedale di Livorno tramite l’INAIL con un onere di locazione/riscatto di 400/500 milioni. Questi oneri ricadranno sui bilanci della AUSL riducendo di pari importo l’offerta delle prestazioni ai Cittadini. Perché non si sono utilizzate risorse ex art.

20 prive di oneri a carico ASL? Intendiamoci, meglio dare soldi all’INAIL che non ai Privati del famigerato Project financing.

Per contro c’è ancora da domandarsi perché si scelgono soggetti privati (PARTENARIATO PUBBLICO PROVATO) per ricostruire parte dell’Ospedale di Arezzo (70 milioni di euro) con oneri a carico dei Cittadini.

Fatta questa riflessione sugli investimenti, torniamo a ribadire:

1) Le ASL di Area Vasta sono state un Fallimento

2) Non hanno portato alcun beneficio né sanitario né economico

3) Hanno allontanato i Sindaci dalle loro responsabilità

4) Hanno reso più deboli i CITTADINI che subiscono disservizi in ogni comparto (Ricovero/Pronto Soccorso/Specialistica/Diagnostica/Assistenza Territoriale)

5) Ad eccezione di chi risiede in zone limitrofe alle Aziende Ospedaliere, TUTTI gli altri stanno pagando, anche di tasca propria i disservizi.

IN ULTIMO firmare per un REFERENDUM CONSULTIVO non è un DOVERE ma un banale e semplice DIRITTO DI PARTECIPAZIONE.

Non domandate che senso ha il REFERENDUM, se del caso domandatevi perché sono occorsi dieci anni per trovare il coraggio di dire BASTA!

FIRMA ANCHE TU LA TUA FIRMA E’ IMPORTANTE.

NOI NON DIMENTICHIAMO. NOI SIAMO LA MEMORIA DI COME ERAVAMO

. Chi ha bloccato il turn – over in Sanità?
. Chi impedisce le assunzioni?
. Chi ha deciso di ridurre il Personale in Sanità?
. Chi ha deciso di ridurre i posti letto Ospedalieri?
. Chi ha deciso di ridimensionare la Rete ospedaliera?
. Chi ha tagliato Strutture Organizzative, Servizi e Prestazioni negli Ospedali di Zona ed ex Provinciali?
. Chi ha creato il caos nei Pronto Soccorso?
. Chi ha deciso di aumentare le liste di attesa nella specialistica, diagnostica ed anche ricoveri?
. Chi ha deciso di sviluppare la Sanità Privata?
. Chi ha deciso di favorire i Fondi assicurativi?
. Chi, dove e quando fu deciso di inserire nei CCNL la mutua integrativa anziché maggiore salario?
. Chi ha deciso in Toscana di approvare la riorganizzazione in Area Vasta?
. Chi ha approvato le tre ASL territoriali?
. Chi ha gestito le inutili e supine Conferenze dei Sindaci?
. Chi ha impedito lo svolgimento del Referendum Abrogativo in Toscana richiesto da oltre 55.000 Cittadini?

FIRMA DAY 13 SETTEMBRE 2025
ORE 9.00-13.00 – 15.00 – 18.00

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