UNO SPORTELLO PER GESTIRE IL DISAGIO (E SPEGNERE LE LOTTE)

Il 23 ottobre 2015, all’interno dell’iniziativa annuale Màt – Settimana della salute mentale, la FIOM- CGIL di Modena, in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale dell’AUSL locale, ha organizzato il convegno A lavorare in fabbrica… si diventa matti.

A fronte di considerazioni incidentali sul rischio di medicalizzazione del disagio dei lavoratori, il sindacato ha lanciato la proposta di istituire uno “sportello, organizzato dal sindacato con l’intervento di personale medico di riferimento, che riceva e aiuti i lavoratori con problemi psicologici”.

Crediamo che questa proposta sia sbagliata perché approfondisce la crisi del welfare pubblico e ne rafforza un modello di gestione privatistico. Riteniamo inoltre che rappresenti un errore dal punto di vista scientifico: il sindacato postula una chiave di lettura “psicologica” di bisogni che sono invece sociali e di organizzazione. In terzo luogo, consideriamo la proposta un errore politico: a fronte di una tara ideologica che pervade la formazione e la prassi medico-psicologica, bisognerebbe rilanciare le lotte nel mondo del lavoro e del welfare invece che proporsi come compartecipi al tavolo della sua distruzione.

In un sistema produttivo che assorbe le energie psichiche del lavoratore facendolo apparire come “protagonista della produzione”, quello “psicologico” è il campo in cui mettere in questione la neutralità dei tecnici e aprire nuove contraddizioni […].

di Riccardo Ierna, Luca Lavino, Luca Negrogno ed Enrico Semprini

 

www.centrostudicarlagrazioli.org

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