Ambiente e salute
Cittadini e Preoccupazioni Ambientali nel 2024

Dal 1998, con continuità tra il 2012 e il 2024, nel contesto dell’Indagine multiscopo “Aspetti della vita quotidiana”, realizzata a cadenza annuale, che è condotta su un campione di circa 25.000 famiglie e oltre 45.000 persone in 800 comuni, l’Istat rileva la percezione dei cittadini rispetto alle tematiche ambientali. Tale quadro informativo è stato ampliato negli anni con nuovi quesiti relativi ai comportamenti ecocompatibili.
Nel 2024 i cambiamenti climatici si confermano il problema, in tema ambientale, che maggiormente preoccupa i cittadini con più di 14 anni, confermando un primato ormai decennale. Manifestano questa attenzione quasi sei persone su 10 di 14 anni e più (58,1%), dato stabile rispetto al 2023. Seguono i problemi legati all’inquinamento dell’aria, avvertiti dal 51,9% della popolazione, dato in aumento di 2 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Meno frequenti sono la preoccupazione per lo smaltimento e la produzione dei rifiuti (38,1%), quella per l’inquinamento delle acque (37,9%) e quella per l’effetto serra e il buco nell’ozono (32,6%), preoccupazioni stabili rispetto agli anni precedenti. Altri aspetti preoccupano meno di tre persone su 10: in fondo alla graduatoria ci sono le preoccupazioni per l’inquinamento elettromagnetico, per la rovina del paesaggio e per le conseguenze del rumore sulla salute.
Le preoccupazioni legate al clima sono da tempo al centro dell’interesse delle persone di 14 anni e più. Tra queste, tuttavia, la preoccupazione per l’effetto serra, che nel 1998 coinvolgeva quasi sei persone su 10, cala rispetto al primo anno di rilevazione di circa 25 punti percentuali. Al contrario, il timore per i cambiamenti climatici, indicato nel 1998 dal 36,0% delle persone, sale come detto al 58,1% nell’ultimo anno (+22,1 punti percentuali).
I PROBLEMI AMBIENTALI CHE PREOCCUPANO DI PIÙ.
Anni 1998, 2012-2024, per 100 persone di 14 anni e più

Preoccupazioni ambientali diversificate sul territorio
Anche nel 2024 si registra una differenza tra Nord e Mezzogiorno del Paese rispetto ad alcune delle preoccupazioni per le tematiche ambientali. Si rileva una distanza di circa 5 punti percentuali rispetto al tema dei cambiamenti climatici, che preoccupa il 59,4% degli abitanti del Nord rispetto al 54,4% di quelli del Mezzogiorno. Anche il timore per la rovina del paesaggio e la preoccupazione per la distruzione delle foreste sono sentiti maggiormente da quanti risiedono nelle regioni del Nord rispetto a quanti risiedono nelle regioni del Mezzogiorno (circa 5 punti percentuali di differenza), così come l’inquinamento delle acque rientra tra i temi più sentiti dagli abitanti delle regioni settentrionali (39,5%) e meno da quelli delle regioni meridionali (35,7%).
All’opposto, sono sentite soprattutto dai residenti del Centro e del Mezzogiorno le problematiche legate alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti (41,7% nel Mezzogiorno, 40,7% nel Centro e 35,4% nel Nord) e all’inquinamento del suolo (24,9% nel Mezzogiorno, 22,3% al Centro e 20,9% nel Nord). Negli ultimi anni il tema della produzione e dello smaltimento dei rifiuti è stato avvertito soprattutto dai residenti nel Lazio, che presenta la percentuale più elevata, pari al 44,1%, seguita dalla Campania con il 43,4%, contro una media nazionale del 38,1%.
I PROBLEMI AMBIENTALI CHE PREOCCUPANO DI PIÙ PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA.
Anno 2024, per 100 persone di 14 anni e più.

Preoccupazioni ambientali condizionate da età, genere e istruzione
Le preoccupazioni ambientali sono significativamente diverse considerando l’età delle persone. I giovani fino a 24 anni sono più sensibili delle persone adulte per la perdita della biodiversità (il 30,5% tra i 14 e i 24 anni contro il 18,7% degli over55enni), l’esaurimento delle risorse naturali (28,3% contro 18,4%), la distruzione delle foreste (24,8% contro 19,1%) e l’inquinamento delle acque (40,3% contro 36,0%). Al contrario, gli ultracinquantacinquenni si confermano più preoccupati dei giovani per il dissesto idrogeologico (32,4% contro 22,2% degli under25), l’inquinamento del suolo (22,7% contro 17,7%) e lo smaltimento dei rifiuti (36,8% rispetto a 32,8%).
Inoltre, si riscontra complessivamente una quota maggiore di donne preoccupate dei vari problemi ambientali, anche tra i giovani. Sotto i 24 anni, ad esempio, le ragazze sono preoccupate più dei loro coetanei per la perdita della biodiversità (+7,8 punti percentuali), per i cambiamenti climatici (+6,0 punti percentuali) e per l’esaurimento delle risorse naturali (+3,4 punti).
La quota di cittadini che esprime preoccupazione per lo stato dell’ambiente cresce all’aumentare del titolo di studio. Nei confronti dei cambiamenti climatici si dichiara preoccupato il 66,4% dei laureati contro il 53,2% tra chi ha al massimo la licenza media. Analoghe differenze si presentano sia nei riguardi della produzione e dello smaltimento dei rifiuti (48,5% contro 32,6%), sia rispetto all’inquinamento delle acque (43,6% contro 33,8%).
PROBLEMI AMBIENTALI CHE PREOCCUPANO DI PIÙ PER SESSO.
Anno 2024, per 100 persone di 14 anni e più

I comportamenti ecocompatibili
L’analisi dei comportamenti ecocompatibili e degli stili di vita e di consumo è di grande interesse per capire come i cittadini si rapportino all’ambiente. L’attenzione alla conservazione delle risorse naturali, nel 2024, coinvolge una quota molto elevata di persone sopra i 14 anni. Sebbene si assista a una lieve discesa rispetto all’anno precedente, la quota di quanti fanno un uso virtuoso e senza sprechi di energia è pari al 71,4% (rispetto al 72,8% del 2023), mentre il 68,8% adotta un comportamento analogo rispetto all’utilizzo di acqua (69,8% nel 2023). Stabile, intorno al 50,0%, è la quota di quanti adottano abitualmente comportamenti di guida non rumorosa al fine di limitare l’inquinamento acustico. Mostrano attenzione ai temi della sostenibilità ambientale anche il 36,4% della popolazione che legge le etichette degli ingredienti e il 23,5% che acquista prodotti a chilometro zero.
Nel Nord è più elevata rispetto alla media nazionale la percentuale di persone che hanno abitudini virtuose legate alla mobilità: il 51,3% fa attenzione a non adottare comportamenti di guida rumorosi (47,8 nel Mezzogiorno) e il 20,2% sceglie mezzi di trasporto alternativi all’auto privata o ad altri mezzi di trasporto a motore privati (bicicletta, mezzi di trasporto pubblico o a piedi), 16,1% nel Mezzogiorno. Anche al Centro si nota un’attenzione verso comportamenti virtuosi nella mobilità (il 50,3% pone attenzione al rumore alla guida e il 17,4% usa mezzi di trasporto alternativi).
I residenti nel Mezzogiorno si distinguono invece per l’elevata frequenza di acquisto di alimenti e prodotti locali (29,8% contro 21,8% del Nord) e perché evitano l’uso di prodotti usa e getta (24,1% rispetto al 17,6%).
COMPORTAMENTI ECOCOMPATIBILI DELLE PERSONE DI 14 ANNI E PIÙ
Anno 2024, per 100 persone di 14 anni e più

L’attenzione verso comportamenti ecocompatibili sembrerebbe non essere caratteristica specifica dei giovani, che non si rivelano i più attenti in termini di comportamenti ecocompatibili. Nel 2024 si registrano oltre 20 punti percentuali di differenza tra gli over 55enni e i giovani sotto i 24 anni nel non sprecare l’acqua (il 52,5% delle persone tra i 14 e i 24 anni rispetto al 74,7% degli over 55) e ancor più nel non sprecare energia (il 51,6% degli under 24enni rispetto al 77,4% di coloro che hanno più di 55 anni). I giovani sotto i 24 anni si confermano invece più propensi all’uso di mezzi di trasporto alternativi all’auto privata o ad altri mezzi di trasporto a motore privati: li sceglie abitualmente il 29,0% contro il 17,3% degli over55enni.
Le donne sono mediamente più attente a mantenere comportamenti ecocompatibili. Le differenze più evidenti si colgono soprattutto rispetto ai comportamenti consapevoli di acquisto: circa 11 punti percentuali di differenza nel leggere abitualmente le etichette degli ingredienti (41,6% delle donne rispetto al 30,8% degli uomini); più bassa ma rilevante la differenza tra chi acquista come prassi alimenti o prodotti biologici (15,9% delle donne rispetto all’12,3% degli uomini) e prodotti a chilometri zero (25,2% rispetto a 21,8%). Le donne inoltre sono in media più accorte a non sprecare acqua (71,5% rispetto al 65,9% degli uomini) ed energia (73,6% rispetto al 68,9%).
Un più elevato titolo di studio comporta un evidente effetto positivo sulla propensione ad avere comportamenti ecocompatibili. Tra i laureati e chi al massimo ha ottenuto la licenza media vi sono circa 20 punti percentuali di differenza nell’abitudine a leggere le etichette dei prodotti, 12,5 punti nell’acquistare prodotti biologici, quasi 8 nel preferire prodotti a chilometro zero e oltre 21 punti per i comportamenti di guida rumorosi. Anche essere occupati come dirigenti, liberi professionisti o impiegati aumenta la propensione a comportamenti di acquisto ecocompatibili quali leggere le etichette, acquistare prodotti biologici e prodotti a chilometri zero (rispettivamente 42,7%, 22,2% e 29,1% contro una media nazionale di 34,8%, 12,0% e 26,9%).
COMPORTAMENTI ECOCOMPATIBILI DELLE PERSONE DI 14 ANNI E PIÙ PER SESSO
Anno 2024, per 100 persone di 14 anni e più.

7/4/2025 https://ambientenonsolo.com
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