DONNE E SALUTE

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La contraccezione d’emergenza è un diritto ma non tutte le donne lo sanno. Attorno all’argomento continuano ad aleggiare disinformazione, pregiudizio e ostruzionismo al punto che solo il 16% delle donne è pienamente informato sulle modalità di accesso al farmaco. Per tutte le altre si tratta ancora di un percorso a ostacoli al quale sono in tante a rinunciare. Lo rivela un’indagine dell’istituto SWG di Trieste (insieme con Edizioni Health Communication) condotta su un campione di donne e farmacisti, i cui risultati sono stati presentati ieri a Roma.“ellaOne” è il nome commerciale del farmaco contraccettivo che ha sostituito, a partire dal 2009, il vecchio preparato (Norlevo). A maggio dello scorso anno, l’Aifa ha stabilito con un’apposita delibera che la cosiddetta “Pillola del giorno dopo” potesse essere venduta a tutte le donne maggiorenni direttamente in farmacia, senza bisogno della prescrizione medica o del test di gravidanza, adeguando perciò il nostro Paese alle direttive emanate a livello europeo dall’Ema.
Nonostante però siano passati ormai sei mesi dall’introduzione di questa novità, le resistenze dei farmacisti sembrano essere ancora evidenti. Accanto ad un 14% che dice di non conoscere la direttiva Aifa che annulla l’obbligo di ricetta, si colloca un consistente 46% di farmacisti che manifesta la sua assoluta contrarietà a questa decisione che renderebbe troppo facile l’utilizzo di questo metodo anticoncezionale.
Tra i motivi del rifiuto alla vendita figurano anche ragioni di carattere religioso (61%) e di sicurezza del farmaco per la salute della donna (53%).
In realtà, precisa Emilio Arisi, presidente della Società medicina italiana per la contraccezione, “non esiste alcuna letteratura scientifica che dimostri la pericolosità di questo farmaco. Se infatti Ema e Aifa hanno abolito la ricetta per l’acquisto è proprio perché è stata valutata assoluta tollerabilità di ellaOne.
Dire che si tratta di un farmaco pericoloso è sbagliato. Bisogna perciò informare i farmacisti dal punto di vista scientifico e, di conseguenza, tranquillizzare le donne che decidono di fare ricorso alla pillola”.
Nonostante la maternità consapevole sia ormai un’opinione diffusa e l’uso dei contraccettivi sia ritenuto uno strumento molto utile in tema di pianificazione della gravidanza e di salute riproduttiva della donna, “il fatto che poco più di una su dieci conosca pienamente i propri diritti fa pensare a quanto ci sia ancora da lavorare sul piano della comunicazione”, aggiunge la Dottoressa Giulia Di Donato, rappresentante di Onda (Osservatorio nazionale salute della donna). La risposta data dal presidente dell’Ordine dei farmacisti, il Senatore Andrea Mandelli, lascia spazio a margini di azione che si muoveranno, si auspica nel prossimo futuro, verso una maggiore informazione dei farmacisti e un aggiornamento adeguato sulle direttive in materia.

5/2/2016 Redazione www.controlacrisi.org

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RICORDIAMO ANCHE:
Pillola del giorno dopo, la prescrivono se minacciati
di denuncia. Fatevi valere.

Pillola del giorno dopo, istruzioni per ottenere la ricetta.
Ecco il testo da dare al medico obiettore

Gentile dottore,
come sicuramente Lei saprà, in data 4 febbraio 2014 l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha chiesto ed ottenuto la correzione del foglietto illustrativo del levonorgestrel, riconoscendo che non si tratta di un anti annidante ma solo di un inibitore dell’ovulazione. Ne consegue che il NORLEVO, la cd “pillola del giorno
dopo”, è un farmaco a base di levonorgestrel, farmaco
che risulterebbe praticamente inefficace in se- guito all’eventuale annidamento dell’embrione, in quanto l’efficacia tempestiva, stimata intorno all’85%, si ha solo con una tempestiva assunzione in seguito ad un rapporto non protetto. La contraccezione d’emergenza può essere venduta die- tro prescrizione medica con ricetta non ripetibile. Per poter assumere il farmaco è quindi necessario ri- volgersi a un consultorio, presidio istituzionalmente deputato ai temi della contraccezione e della procrea- zione responsabile, al proprio medico di famiglia, a un ginecologo, al pronto soccorso oppure a un presidio di guardia medica. In Italia, in particolare, la prescrizione relativa è da considerarsi prestazione d’urgenza, perché eventuali ritardi potrebbero correlarsi ad un maggior rischio di gravidanza indesiderata. La prescrizione medica in questione non può essere quindi a discrezione del medico, a parte motivi sanita- ri, a cui si rivolge il paziente ma è un atto dovuto a tutela della paziente, perché, nel caso specifico, non è possibile da parte del sanitario esercitare l’obiezione di coscienza o clausola di coscienza, riconosciuta solo o per l’interruzione della gravidanza o per pratiche il cui meccanismo può lasciare dei dubbi. Alla luce di queste premesse, stante i doveri professio- nali conseguenti l’esercizio della professione medica, la volontà di non prescrivere il farmaco equivarrebbe ad un mancato soccorso della paziente e ad una re- sponsabilità a tutti gli effetti nel caso in cui si svilup- passe una gravidanza indesiderata, quale logica con- seguenza del ritardo nell’assunzione. Qualora Lei persista nel rifiuto di prescrivere il farmaco
dovrà comunque rilasciarmi una relazione scritta supportata da idonee motivazioni, che appunto non potranno riguardare né l’obiezione né la clausola di coscienza.

Nel caso abbiate bisogno di ricorrere alla contraccezione di emergenza stampatelo e portatelo con voi per consegnarlo al personale sanitario che vi opponesse un indebito rifiuto. In caso di problemi telefonate al numero di Vita di Donna: 333 9856046

Associazione Vita di Donna Onlus ha
istituito un servizio denominato “SOS
Pillola del giorno dopo”.

LETTERA PUBBLICATA ANCHE SU
http://www.lavoroesalute.org/…/pdf/les1%20gennaio%202015.pdf

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