DOSSIER DONNE INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI

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Alla vigilia della Giornata internazionale della donna dell’8 marzo 2021, la Consulenza statistico attuariale (Csa) dell’Inail ( vedi https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/sala-stampa/dossier-e-speciali/dossier-speciali-dossier-donne-2021.html ) ha analizzato i dati riferiti al 2019 e al quinquennio 2015-2019, rilevati al 31 ottobre 2020, per descrivere con dati più consolidati il fenomeno infortunistico in relazione alle varie caratteristiche che lo contraddistinguono.

I dati rafforzano una situazione occupazionale per le Donne in condizioni di maggiore disagio e usura del lavoro, non solo per i settori tradizionalmente più o meno “femminilizzati” ( istruzione, salute e lavori di cura, pubblica amministrazione) ma anche negli infortuni in itinere, a dimostrazione della condizione di stress nella preoccupazione di tornare a casa per il “secondo lavoro” di cura, di riproduzione.

Infatti, gli infortuni sulla strada per le lavoratrici continuano a essere, anche nel 2019, in numero superiore rispetto agli uomini: 54.299 casi contro 51.524. In termini relativi, i casi in itinere rappresentano il 23,5% (praticamente una su quattro) delle denunce femminili (231.128) e il 12,5% (poco più di una su dieci) di quelle maschili (413.779). Per le denunce con esito mortale l’incidenza di questo tipo di infortuni tra le lavoratrici è ancora più elevata: nel 2019, quasi un decesso femminile su due (44 su 97, il 45,4%).

Le lavoratrici sono anche le più colpite dai contagi professionali da Covid- 19. Su 147.875 denunce pervenute all’Inail alla data del 31 gennaio del 2021, infatti, ben 102.942 sono femminili, circa 70 contagi professionali ogni 100, in termini relativi. Il dato è in controtendenza con quanto si osserva per il complesso degli infortuni sul lavoro, che colpiscono in prevalenza gli uomini rispetto alle donne (i casi femminili sono circa il 36%).

La stragrande maggioranza degli infortuni femminili da Covid-19 riguardano la gestione assicurativa dell’Industria e servizi (98,3%). Più nel dettaglio, con riferimento ai casi codificati per attività economica, i settori più coinvolti sono quelli in prima linea nell’emergenza da Coronavirus, come la Sanità e assistenza sociale che con ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche, policlinici universitari e residenze per anziani e disabili, raccoglie il 71,7% di casi.
Nel periodo compreso tra il 2015 e il 2019 le denunce di infortunio presentate all’Inail sono aumentate nel complesso dell’1,3% , ma per le lavoratrici si registra un aumento percentuale dell’1,8%, maggiore rispetto a quello rilevato tra i lavoratori +1,0% ( per i quali l’Istat ha registrato un aumento dell’occupazione pari al +0,3%); rimanendo “pressoché costante e pari mediamente al 36% l’incidenza degli infortuni femminili sul totale”.

Nel 2019 l’incidenza degli infortuni delle lavoratrici è :
. servizi domestici (colf e badanti), con l’89,9% sul totale;
. sanità e assistenza sociale 74,2%
. confezionamento di articoli di abbigliamento (70,9%)
. elevata nella Gestione Conto Stato 51,6%
. nella Gestione Industria e servizi 33,6%
. nella Gestione Agricoltura (18,2%).

Per fascia di età, gli aumenti di denunce sono più alti per le ultra 60enni (+3,9%). L’incremento più importante si registra nella classe 65–69 anni (+14,8%). La fascia tra i 50-54 anni, con 31.782 casi è la più colpita in valore assoluto, rappresentando il 13,8% di tutti gli infortuni al femminile. All’interno di questa classe gli infortuni delle donne costituiscono il 39,0% del totale riferito a entrambi i generi.

Particolarmente significativo è l’aumento delle denunce per la fascia 65-69 anni osservabile lungo tutto l’ultimo quinquennio (da 1.517 denunce nel 2015 a 3.393 nel 2019).
Gli infortuni in ambito domestico hanno registrato nel 2019 un eccezionale incremento del 58,3% rispetto al 2018, quando ne erano state registrate 480. La quasi totalità (742) ha riguardato, come atteso, le donne e non si è registrato nel 2019 alcun caso mortale

Malattie professionali

L’Inail ci dice che nel 2019 il 78,3% del totale delle denunce di Malattia Professionali sono state soprattutto le malattie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo e quelle del sistema nervoso, c’è una differenza ben marcata tra uomini e donne: il 74,5% delle denunce sono dei lavoratori, la stessa percentuale sale al 90,9% tra le donne (oltre 15mila delle 16.640 denunce complessive). In particolare, fra le patologie del sistema osteo-muscolare, le malattie più frequenti sono le dorsopatie e i disturbi dei tessuti molli (circa il 92%) e, fra quelle del sistema nervoso, la quasi totalità è rappresentata dalla sindrome del tunnel carpale. Dal confronto di genere di queste tre patologie appena citate, che insieme rappresentano il 70,4% delle denunce totali, emerge che la quota femminile è dell’84,1% contro il 65,4% per gli uomini. Nel caso delle donne, inoltre, alle 16.640 denunce protocollate nel 2019 corrispondono 11.562 lavoratrici, cioè vale dire che per ogni caso sono state protocollate più denunce secondo il sistema tabellare adottato dall’Inail.

Nei disturbi psichici l’incidenza femminile più alta. In termini di incidenza delle donne sul totale per patologia, si distinguono i disturbi psichici e comportamentali, tra i quali rientra il cosiddetto “mobbing”, e le malattie del sistema nervoso (soprattutto sindromi del tunnel carpale), rispettivamente con il 47,5% e il 43%.

Il quadro dei dati statistici mostra la necessità di un intervento diseguale normativo ( il diritto è tale solo se diseguale) per salvaguardare la differenza di genere, un intervento che accanto a nuove assunzioni nei Servizi Pubblici legati al Welfare costituzionale dei diritti sociali (salute, istruzione, servizi di cura) intervenga nella Previdenza pubblica, riconoscendo alle donne maggiori condizioni per la fuoriuscita anticipata e/o differenziata (riconoscimento contributivo del lavoro di cura, di riproduzione ) dal mercato del lavoro e che non sia così penalizzante come l’attuale “opzione donna”.

Note a cura di
Mario Pugliese della Federezione PRC di Catania

Pubblicato sul numero di marzo del mensile Lavoro e Salute

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