Solidarietà a Serena Pellegrino. Foibe: “Basta con il revisionismo della destra”

Il 5 febbraio, la consigliera regionale del Friuli Venezia Giulia, Serena Pellegrino (Alleanza Sinistra Verdi) è intervenuta sulla proposta di legge presentata in Parlamento dal centrodestra e in discussione nella VII Commissione della Camera dei deputati, recante le modifiche alla legge 92/2004 in materia di iniziative per la promozione della conoscenza della tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata nelle giovani generazioni. “Vanno raccontate e spiegate tutte le pagine oscure di quel terribile periodo” – ha dichiarato la consigliera, proseguendo con un solido intervento di cui riportiamo alcuni passaggi.

Un revisionismo storico che, riguardo le vicende accadute sul territorio del confine orientale del nostro Paese durante e dopo la Seconda guerra mondiale, pretende di negare e mistificare pezzi di storia assolutamente necessari per comprendere le vicende storiche con onestà intellettuale e ideali di verità e giustizia, virtù di cui sono privi quegli esponenti di Destra con vocazione autenticamente neofascista.” Ed aggiunge: “Si propone di focalizzare l’attenzione a specifiche iniziative nelle scuole per individuare, in occasione della Giornata del Ricordo, solo alcuni degli accadimenti che composero, come recita la legge del 2004, la complessa vicenda del confine orientale, e cioè la tragedia delle foibe”. “Nelle scuole – incalza la consigliera di opposizione – vanno raccontate e spiegate tutte le pagine oscure di quel terribile periodo, le efferatezze commesse dai nazi fascisti, la macabra geografia di morte dei lager di regime, anche in territorio italiano, incluso il fatto che nessuno dei generali italiani e dei gerarchi fascisti sia stato processato per i crimini di guerra commessi nell’allora Jugoslavia e che volutamente siano state rese mute le responsabilità politiche e penali di un segmento della storia nazionale la cui comprensione è imprescindibile per un futuro di pace autentica e senza confini”. Pellegrino parla poi di “atrocità inimmaginabili che vanno oggi studiate e insegnate non enucleando solo una delle tante spaventose questioni, con l’intento di rinfocolare ostilità e contrapposizioni su cui certa politica è pervicacemente avvinta, ma a partire dall’invasione nazista e fascista della Jugoslavia nel 1941”.

Questo quello che si dovrebbe fare durante il “Giorno del Ricordo”. Ovviamente per queste dichiarazioni ha ricevuto attacchi dalla destra che ha fatto, dal 2004, la questione delle Foibe il suo cavallo di battaglia.

Come ha ricordato la storica Claudia Cernigoi: “In pratica Serena Pellegrino è intervenuta dicendo cose che dovrebbero costituire i famosi “fondamentali”: ricordare che la questione delle foibe non è un evento avulso dal resto del periodo storico, stiamo parlando dei tempi in cui si svolgeva una guerra mondiale feroce seguita a vent’anni di dittatura fascista che aveva negato diritti minimi ed oppresso non solo il popolo italiano ma anche le popolazioni slovene e croate dei territori annessi. Invece al “popolino” si spacciano filmetti in cui tutto era idilliaco in Istria, nel 1943, finché non arrivarono i “titini” (brutti, cattivi, feroci e primitivi), che furono poi provvidenzialmente cacciati via dai bravissimi tedeschi che riportarono l’ordine (che questo ordine sia costato migliaia di vittime nell’operazione Nubifragio condotta da nazisti e fascisti assieme, non si dice, però). A fronte di questa narrazione fuorviante ed offensiva per i morti, ad una voce degna che ricordi cosa sia accaduto veramente, si dice che dovrebbe vergognarsi, perché non si adegua alla vulgata di regime. Da noi non è come in Russia, la libertà di parola è garantita… basta dire quello che vogliono i nostri padroni del vapore”.

Il 6 aprile 1941 le truppe naziste tedesche, subito sostenute da quelle fasciste italiane e ungheresi, attaccarono la Jugoslavia e rinchiusero gli slavi nei campi di concentramento di Arbe-Rab, Gonars, Visco, Monigo, Renicci, Cairo Montenotte, Colfìorito e Fraschette di Alatri. Senza quell’aggressione criminale e la pulizia etnica di stampo fascista nessuno avrebbe tolto l’Istria all’Italia e non ci sarebbe stata alcuna tragedia dei profughi istriani. Il “ricordo” deve essere completo.

di Lorenzo Poli

Redazione del mensile Lavoro e Salute

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