Igiene ambientale. Una giornata di lotta contro il nuovo contratto

Lunedì 12 Dicembre c’è stato lo sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici dell’igiene ambientale contro il pessimorinnovo contrattuale firmato a Luglio che prevede, tra le altre cose, un vero e proprio “furto di stipendio” attraverso un aumento dell’orario di lavoro a parità di salario.

Uno sciopero che va inquadrato all’interno di una mobilitazione nazionale che negli ultimi mesi ha visto volantinaggi, presidi ed assemblee in tutta Italia, con la creazione di numerosi comitati per il NO formati da sindacati di base, lavoratori non sindacalizzati e fuoriusciti da CGIL-CISL-UIL. Uno sciopero indetto lo scorso Novembre dopo il vergognoso comportamento dei sindacati confederali che hanno completamente ignorato la volontà dei lavoratori (come Roma, Milano, Genova) decretando la vittoria del SI al referendum consultivo e non permettendo di votare in alcune città importanti (ad esempio a Napoli).

Alla Quadrifoglio di Firenze c’è stata un’adesione di poco meno del 10%. Anche se la percentuale è stata bassa, bisogna considerare le condizioni in cui è avvenuto lo sciopero. La mobilitazione, organizzata da un comitato nazionale auto-organizzato e sostenuta dal Cobas locale, è stata palesemente boicottata dai sindacati confederali. Già durante il voto sul nuovo CCNL, i confederali avevano imposto ai lavoratori il voto palese riportando de facto, anche nella procedura di voto, l’ombra del controllo aziendale. Molti lavoratori che nell’urna avrebbero potuto esprimere un voto di coscienza, sono stati fortemente intimiditi da questo atteggiamento. La mobilitazione, in ogni caso, ha aperto un dibattito nell’azienda di igiene ambientale più grande della Toscana. Gli scioperanti, infatti, sostenuti dal Cobas della cooperativa ATI di Pontedera (PI), hanno bloccato ripetutamente i camion ai vari ingressi facendo emergere una rabbia che altrimenti non avrebbe avuto modo di esprimersi.

A Genova i lavoratori della AMIU hanno sfilato in corteo per poi riunirsi in una delle piazze principali della città.

A Napoli adesioni a macchia di leopardo ma efficaci. Molte scuole sono rimaste senza il servizio di pulizie e ciò ha messo in crisi il fragile equilibrio di un settore, quello scolastico, dove l’assenza dei lavoratori delle pulizie di cooperative esterne mette tragicamente in evidenza il sottodimensionamento e lo sfruttamento del personale ATA. Contemporaneamente una rappresentanza di lavoratori dell’ASIA, col sindacato USB, era in presidio davanti al Comune per chiedere nuove assunzioni.

All’AMA di Roma l’adesione è stata intorno al 15%, un buon risultato visto il totale asservimento dei sindacati firmatari alle ragioni dell’azienda e il rischio che il tradimento del risultato referendario (a Roma il NO al nuovo contratto ha vinto in maniera clamorosa) abbia portato disillusione e sconforto tra i lavoratori. La giornata ha visto due presidi organizzati dal comitato per il NO. In uno dei due, davanti alla rimessa AMA di via di Tor Pagnotta, molti dei lavoratori che non scioperavano (anche perché molti erano precettati) sono rimasti fermi nei loro mezzi per sentire le ragioni dei loro colleghi, dimostrando che la voglia di combattere è alta se solo si presentasse un organizzazione conflittuale e di classe che metta al centro il rapporto con i lavoratori e gli interessi degli stessi.
Un bilancio generale positivo considerato che quello dell’igiene ambientale è un settore complesso, in cui i lavoro è distribuito su territori vastissimi ed è suddiviso in turni che coprono l’intera giornata per cui i lavoratori hanno difficoltà anche ad incontrarsi.
Se ancora ce ne fosse stato bisogno, la giornata di lotta ha dimostrato, che esiste una concreta volontà di conflitto nei lavoratori e nostro compito quindi cercare in tutti i modi di farla crescere e darle sempre di più forme organizzate.

La battaglia per il rifiuto del nuovo CCNL dell’igiene ambientale continua, mancano ancora alcuni punti, quali malattia e diritto allo sciopero e molti operai sono pronti a portare dove servirà le ragioni di chi ha votato NO e non vuole che questo sia cancellato dalle manovre delle burocrazie sindacati!

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