Memoria storica e realtà contemporanea, nazismo e genocidio del popolo palestinese

Ai palestinesi di Bologna

Al Prefetto Enrico Ricci

Alla presidente del consiglio comunale Maria Caterina Manca

Alla assessora Jessica Allegri Regione E-R

Al cardinale Mattero Zuppi

Alla comunità ebraica di Bologna

Memoria storica e realtà contemporanea, nazismo e genocidio del popolo palestinese

Ho partecipato il 28 gennaio alla cerimonia per il conferimento delle medaglia d’onore a 18 persone internate nei campi di prigionia nazisti; ho partecipato perché una di queste persone era mio padre, Leonardo Totire; ho ringraziato per il gesto il signor Prefetto in quanto rappresentante del presidente della Repubblica; in vista della cerimonia ho scritto una breve memoria riportando una testimonianza di mio padre che ritengo essere un piccolo ulteriore contributo alla resistenza contro il negazionismo; mio padre ha infatti riferito (anche se non parlava mai volentieri della sua esperienza di prigioniero) che, nella imminenza dell’arrivo degli “alleati” i nazisti ( i campi di prigionia erano passati nell’ottobre del 1944 sotto la diretta gestione della Gestapo) appiccarono il fuoco alle baracche degli ebrei (non alle altre) esercitando fino in fondo contro di essi il loro odio genocida ; una condotta coerente con la cosiddetta “soluzione finale”; al di là di questa testimonianza di mio padre che ho ritenuto utile diffondere, personalmente, aderisco da sempre a quella area politica ampia, ideologicamente eterogenea ed assolutamente maggioritaria in Europa e nel mondo, che ha sempre contrastato i tentativi e i rigurgiti negazionisti; ma contrastare il negazionismo rispetto agli eventi storici non può associarsi alla negazione della realtà presente; dunque non è ammissibile denunciare il genocidio nazista degli anni passati e negare il tentativo di genocidio in atto oggi in Palestina ; da questo punto di vista ritengo inaccettabile il discorso (una parte importante del discorso) fatto in occasione della cerimonia del 28 gennaio dal rappresentante della comunità ebraica di Bologna che ha parlato della situazione oggi in atto in Palestina come l’effetto della azione di Hamas del 7 ottobre 2023 a cui sarebbe seguita una “azione di difesa” da parte dello stato israeliano ; definire “azione di difesa” quello che ha fatto e sta facendo, anche dopo la cosiddetta “tregua”, l’esercito italiano è negazione della realtà e in fin dei conti grave offesa nei confronti di chi ritiene che la condanna dell’olocausto non debba riguardare solo il passato ma debba servire di insegnamento per il presente e per il futuro; non si può denunciare i genocidi di ieri, negando i genocidi del presente.

Il rappresentante della comunità ebraica ha ovviamente, in assoluto, diritto di parola (non certo per mia concessione) ma a fronte di una ricostruzione unilaterale e fondata sulla rimozione della verità materiale sarebbe stato necessario dare facoltà di parola anche ai palestinesi; purtroppo il comune di Bologna, che era presente alla manifestazione (come erano presenti la Regione e numerosi sindaci) ,non ha avuto nulla da dire sulla negazione della realtà sostenuta dal rappresentante della comunità ebraica; allora dobbiamo constatare che la strada per la pace e per la verità è ancora molto lunga e tortuosa.

La comunità ebraica di Bologna deve prendere atto e riconoscere che se alcuni esponenti dello stato israeliano sono stati incriminati dalla Corte penale internazionale non è per avere messo in campo “azioni di difesa”. Né nessuno può ancora insistere, insinuando o lanciando apertamente accuse di antisemitismo, ad attaccare chiunque rifiuti di tacere sul tentativo di genocidio in atto da parte dell’esercito israeliano con massacro di bambini, civili, operatori sanitari, giornalisti e cittadini inermi. La rivista medica inglese LANCET ha denunciato che i morti causati dalla aggressione militare in Palestina sono stati (al 30 giugno 2024) tra i 55.000 e i 78.000 (una valutazione ancora più drammatica di quella ipotizzata da fonti palestinesi). La redazione di Lancet è forse “antisemita”?

Il confronto sui fatti e la ricerca della pace non si possono ridurre a diatribe sulle bandiere da esporre a palazzo d’Accursio fermo restando il fatto che quelle “giuste” – a mio modesto avviso- oggi sono quella della pace e quella palestinese.

Il negazionismo deve essere rigettato per le stragi del passato ma anche per le guerre stragiste del presente.

Vito Totire

Portavoce centro Francesco Lorusso via Polese 30 40122 Bologna

Bologna, 2.2.2025

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