Raz Segal: Negazione del Genocidio negli studi sull’Olocausto

Lo studioso Raz Segal racconta la strana esperienza di essere stato attaccato come antisemita, nonostante fosse lui stesso ebreo e studiasse l’Olocausto e altri Genocidi, per l’alto crimine di opporsi al Massacro di Israele a Gaza.

Fonte: English version

Di Raz Segal – 27 gennaio 2025

Immagine di copertina: I palestinesi sfollati tornano a piedi nella parte settentrionale della Striscia di Gaza il 19 gennaio 2025. (Omar al-Qattaa / AFP tramite Getty Images)

Che cosa sta alla base del sostegno incondizionato che la Germania offre a Israele, compresi gli ultimi sedici mesi di Assalto Genocida di Israele a Gaza? Questa domanda rimane rilevante anche se l’attuale cessate il fuoco porrà fine al Genocidio: affrontarla fa luce sul processo decennale del Colonialismo dei coloni israeliani che ha portato al Genocidio, una Nakba in corso che continua a svolgersi indipendentemente dal cessate il fuoco. In effetti, l’attacco di Israele ai palestinesi non è terminato e nella Cisgiordania Occupata è addirittura aumentato da quando è iniziato il cessate il fuoco a Gaza, con attacchi mortali da parte dei coloni israeliani e dell’esercito israeliano.

Una stretta collaborazione tra studiosi dell’Olocausto israeliani e tedeschi offre alcune risposte inquietanti a questa domanda. In un evento Web organizzato dal Programma di Studi sull’Olocausto presso l’Istituto Accademico Israeliano della Galilea Occidentale il 19 dicembre 2024, tre relatori, Alvin Rosenfeld, professore di inglese e studi ebraici all’Università dell’Indiana; Verena Buser, storica tedesca che insegna a distanza all’Istituto; e Lars Rensmann, professore di scienze politiche all’Università di Passau in Germania, hanno attaccato gli studiosi dell’Olocausto e degli studi sul Genocidio che hanno scritto e parlato del Genocidio di Israele a Gaza, me compreso.

Sebbene l’evento fosse stato organizzato in onore di Yehuda Bauer, un padre fondatore degli studi sull’Olocausto, deceduto il 18 ottobre 2024 all’età di novantotto anni, i relatori hanno appena menzionato Bauer o il suo lavoro. Né hanno valutato la montagna di prove del Genocidio in corso a Gaza dal 7 ottobre 2023. Invece, hanno optato per la Negazione Totale del Genocidio.

Buser, ad esempio, ha affermato che gli studiosi che definiscono le azioni di Israele a Gaza come Genocidio ignorano “le ampie critiche internazionali” sulla validità delle cifre delle vittime palestinesi che, ha aggiunto, “non distinguono tra combattenti e civili”. La verità è che esiste un ampio consenso internazionale sul fatto che Israele abbia ucciso più di 46.000 palestinesi. Le cifre effettive, inoltre, sono probabilmente molto più alte: un recente articolo sulla rivista medica The Lancet sostiene che Israele aveva ucciso oltre 64.000 palestinesi fino alla fine di giugno 2024, la maggior parte dei quali non combattenti, tra cui migliaia di bambini. Secondo Save the Children, “il Territorio Palestinese Occupato è ora classificato come il posto più mortale al mondo per i bambini: circa il 30% degli 11.300 bambini identificati uccisi a Gaza tra ottobre 2023 e agosto 2024 avevano meno di cinque anni”. Israele aveva ucciso, inoltre, quasi 3.000 bambini palestinesi a Gaza che non erano stati identificati alla fine di agosto 2024.

La Negazione del Genocidio da parte di Buser si è estesa oltre la tipica minimizzazione del numero di vittime, che ha caratterizzato anche la Negazione dell’Olocausto; ha anche fatto riferimento a “rapporti che mostrano che non c’è nessuna Carestia a Gaza o che se c’è è causata dalle sfide logistiche della guerra”. Non ha indicato alcun rapporto specifico e non ha fornito alcun esempio specifico di sfide logistiche. Ciò non sorprende, poiché esiste anche un ampio consenso internazionale sulle politiche di Carestia ben documentate di Israele, di cui i vertici militari israeliani hanno discusso apertamente.

La maggior parte degli studiosi nel mirino dei relatori dell’evento dell’Istituto Accademico Israeliano della Galilea Occidentale sono ebrei, me compreso, presi di mira per il modo in cui comprendiamo ed esprimiamo le nostre critiche alle Atrocità di Massa israeliane attraverso il prisma delle nostre identità ebraiche. A quanto pare, siamo il tipo sbagliato di ebrei. Ma accusarci di antisemitismo per il modo in cui ci identifichiamo come ebrei riproduce la visione antisemita che nega le identità ebraiche plurali per etichettare tutti gli ebrei come un’unica cosa, “gli ebrei”. In quanto tali, gli attacchi contro gli studiosi ebrei fanno parte della più ampia visione del mondo Razzista dei relatori all’evento, mirata principalmente a denigrare i palestinesi.

La cosa più scandalosa è che lo storico israeliano Dan Michman, che è a capo dell’Istituto Internazionale per la Ricerca sull’Olocausto presso lo Yad Vashem, ha nominato nientemeno che Adolf Hitler per dare peso agli attacchi degli oratori:

Nessuno trova un problema con il termine palestinese. Ma se si torna indietro di un secolo, al Mein Kampf, per esempio, Hitler dice a un certo punto che i Sionisti vogliono stabilire uno Stato Palestinese per avere una base per le loro attività criminali. Ora, uno Stato Palestinese un secolo fa era uno Stato Ebraico. E il fatto è che durante il periodo del Mandato Britannico in Palestina, gli abitanti ebrei erano chiamati ebrei palestinesi, gli arabi erano arabi palestinesi. Nel 1948, Israele fu fondato e gli ebrei palestinesi divennero israeliani, quindi il termine palestinese fu lasciato in sospeso e solo dagli anni ’50 abbiamo iniziato a sentire parlare di palestinesi.

Sembra che Michman abbia voluto fare eco a Rensmann, che ha affermato nel suo discorso all’inizio dell’evento che “i Nazisti erano apertamente, aggressivamente, fin dalle loro stesse radici, da Hitler nel 1920, apertamente anti-Sionisti e hanno attaccato il potenziale Stato Sionista”. La logica in gioco qui è che se Hitler era un anti-Sionista, l’anti-Sionismo può essere solo antisemitismo, un’affermazione che gli oratori hanno ripetuto più e più volte. Così facendo, ignorano la ricca storia degli ebrei anti-Sionisti e delle organizzazioni e dei partiti politici ebraici anti-Sionisti, così come i molti ebrei anti-Sionisti e le organizzazioni ebraiche in tutto il mondo oggi. Offrono invece una situazione bizzarra in cui un professore tedesco afferma di determinare per gli ebrei la legittimità o l’illegittimità delle loro identità ebraiche, appoggiato da uno studioso israeliano dell’Olocausto che finisce per riprodurre la logica del Razzismo di Hitler.

Michman e Rensmann, inoltre, indirizzano le loro critiche non ai neo-Nazisti e ai gruppi correlati di nuovo in ascesa in Germania e altrove, ma agli ebrei anti-Sionisti. Michman e Rensmann si sono spinti in questo angolo paradossale per una ragione. Non possono tollerare gli ebrei anti-Sionisti, compresi gli studiosi ebrei anti-Sionisti dell’Olocausto e del Genocidio che osano sostenere che l’attacco di Israele a Gaza dall’ottobre 2023 rientra nel Crimine di Genocidio nel Diritto Internazionale.

Tuttavia, questi studiosi ebrei non sono soli. William Schabas, uno dei più importanti esperti di Diritto Internazionale sul Genocidio, proveniente da una famiglia di sopravvissuti all’Olocausto, ha spiegato in un’intervista alla fine di novembre 2024 che:

A Gaza l’infrastruttura è stata massicciamente distrutta, le persone non sono riuscite a scappare, e poi ci sono state le terribili dichiarazioni rilasciate dall’ex Ministro della difesa israeliano Yoav Gallant. Dichiarazioni provenienti da ministri, portavoce del governo e capi militari, tutti con influenza sulle truppe. Sono più frequenti e più gravi che in qualsiasi altro caso di cui io sia a conoscenza dinnanzi alla Corte Internazionale di Giustizia. Insieme alla fame e alla mancanza di accesso all’acqua e all’igiene, alla distruzione sistematica di case, scuole e ospedali, emerge un’immagine che potrebbe essere interpretata come il risultato di un Intento Genocida.

Per Rensmann, tuttavia, la “rivendicazione di Genocidio contro Israele è parte integrante della storia dell’antisemitismo del ventesimo e ora del ventunesimo secolo”.

Buser ha preso spunto da Rensmann per liquidare gli studiosi dell’Olocausto e degli studi sul Genocidio, per lo più ebrei, il cui lavoro attinge al vasto e crescente corpus di fonti sul Genocidio di Israele a Gaza. Queste includono materiale istruito dall’accusa di Genocidio che il Sudafrica ha mosso contro Israele alla Corte Internazionale di Giustizia; le numerose mappe, testimonianze di palestinesi, foto aeree e altre fonti nei rapporti di Amnesty International, Human Rights Watch, Forensic Architecture e della Relatrice Speciale delle Nazioni Unite Francesca Albanese sulla situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati dal 1967; e le migliaia di video caricati con orgoglio sui social media da soldati e ufficiali israeliani in cui documentavano la propria violenza e i propri Crimini.

Negando questa realtà ampiamente documentata, Buser afferma che gli studiosi dell’Olocausto e del Genocidio che lei intende screditare usano la Dichiarazione di Gerusalemme sull’Antisemitismo (JDA), che “assolve l’anti-Sionismo e i paragoni Nazisti dalle accuse di Antisemitismo”. La JDA, ha continuato, consente quindi a quegli studiosi di fare dichiarazioni anti-Sioniste o suggerire paragoni storici che lei considera antisemiti, incluso, nelle sue parole, che “lo Stato di Israele è uno Stato Bianco, Colonizzatore, di Apartheid che sta commettendo un Genocidio a Gaza”.

La JDA stabilisce infatti che “criticare o opporsi al Sionismo come forma di nazionalismo” non è antisemita, perché “in generale, le stesse norme di dibattito che si applicano ad altri Stati e ad altri conflitti sull’autodeterminazione nazionale si applicano al caso di Israele e Palestina”. In altre parole, se è legittimo criticare qualsiasi ideologia politica o politica di uno Stato, un diritto costituzionale protetto negli Stati Uniti, è legittimo anche nel caso del Sionismo e di Israele.

La JDA conclude quindi giustamente che “anche se controverso, non è antisemita, di per sé, paragonare Israele ad altri casi storici, tra cui il Colonialismo di Insediamento o l’Apartheid”. Buser, tuttavia, come i suoi colleghi relatori all’evento dell’Istituto Accademico Israeliano della Galilea Occidentale, equipara l’anti-Sionismo all’Antisemitismo, rendendo ai suoi occhi gli studiosi che prende di mira antisemiti. Le sue diapositive elencano gli undici più importanti di loro secondo lei, otto dei quali sono ebrei, me compreso.

L’idea dell’Unicità dell’Olocausto

Cosa pensare di questa alleanza di studiosi dell’Olocausto israeliani e tedeschi che attaccano gli ebrei per negare il Genocidio israeliano e al contempo riprodurre il Razzismo anti-Palestinese eliminatorio che guida quel Genocidio? Possiamo iniziare a sviscerare questa questione ricordando che l’evento dell’Istituto Accademico Israeliano mirava a onorare Bauer, lo studioso dell’Olocausto più associato all’idea che l’Olocausto sia unico nella storia umana. Questa idea, che ha guidato anche il lavoro di Rosenfeld e Michman, ha svolto un ruolo fondamentale nella politica e nelle società di Israele e Germania.

L’idea dell’Unicità dell’Olocausto nella storia umana fu facilitata dalla formulazione del concetto di Genocidio nella Convenzione delle Nazioni Unite sulla prevenzione e la punizione del Crimine di Genocidio nel 1948, in seguito alla quale ciò che oggi chiamiamo Olocausto (allora nessuno usava quel termine) fu caratterizzato come più terribile del Genocidio. Questa gerarchia, che in seguito arrivò a incarnare l’essenza del campo accademico Studi sull’Olocausto e sul Genocidio nel suo titolo, servì a un interesse cruciale per i vincitori della Seconda Guerra Mondiale: separò la violenza di massa Nazista dalla lunga storia dei Genocidi Coloniali Occidentali e dalla più breve storia dei Genocidi Sovietici che la precedettero.

Più immediatamente, ha anche distolto l’attenzione dai Crimini di Guerra su larga scala degli alleati occidentali e dei sovietici durante la Seconda Guerra Mondiale, tra cui il lancio di bombe atomiche sul Giappone da parte degli Stati Uniti, che lo studioso del Genocidio Leo Kuper ha poi descritto nel suo libro del 1981 Genocidio: Il Suo Uso Politico nel Ventesimo Secolo (Genocide: Its Political Use in the Twentieth Century) come Atti di Genocidio. Gli interessi comuni sovietico-occidentali sul nuovo Crimine di Genocidio finirono lì. In Occidente, questa gerarchia rese gli ebrei le vittime più pure, una mossa resa possibile dalla collocazione fondamentale degli ebrei nel mondo giudaico-cristiano. Come ha sostenuto il defunto storico dell’Olocausto Alon Confino in: Un Mondo Senza Ebrei (A World Without Jews), un brillante libro del 2014, i Nazisti vedevano la distruzione degli ebrei proprio in questo modo, come essenziale per l’annientamento della civiltà giudaico-cristiana al fine di creare al suo posto una civiltà Nazista. L’Unicità dell’Olocausto ha quindi attinto e rafforzato l’idea che gli ebrei siano un popolo unico.

La vittimizzazione senza compromessi si è poi trasformata in una moralità superiore e si è unita a un elemento fondamentale del Progetto Sionista: confondere un popolo, gli ebrei, con uno Stato, Israele. Così è emersa la visione comune in Israele e in Occidente dell’esercito israeliano come l’esercito più morale del mondo. Di conseguenza, è diventato inimmaginabile che Israele potesse perpetrare qualsiasi Crimine ai sensi del Diritto Internazionale, per non parlare del Genocidio. Questa impunità per Israele nel sistema legale internazionale ha offuscato la riproduzione del nazionalismo esclusivistico e del Colonialismo dei coloni nello Stato israeliano dalle sue origini nella Nakba del 1948, attraverso la Nakba in corso in decenni di Violenza di Massa israeliana contro i palestinesi, culminata ora nel Genocidio israeliano a Gaza.

L’idea dell’Unicità dell’Olocausto ha anche plasmato l’impegno della Germania nei confronti di Israele, ciò che l’ex Cancelliera tedesca Angela Merkel ha notoriamente descritto in un discorso alla Knesset (Parlamento) israeliana nel 2008 come la “ragione di Stato” della Germania. Il defunto politico socialdemocratico tedesco Rudolf Dressler, che era stato ambasciatore della Germania in Israele dal 2000 al 2005, fu il primo a usare questa formulazione in un saggio nel 2005, e l’attuale Cancelliere tedesco Olaf Scholz la ripeté nel suo discorso al Parlamento tedesco il 12 ottobre 2023. Cinque giorni dopo, ora in Israele, Scholz aggiunse che: “La storia della Germania e la responsabilità che aveva per l’Olocausto ci impongono di mantenere la sicurezza e l’esistenza di Israele”.

Ma un Olocausto unico funziona anche in modo più profondo nella politica e nella società tedesca. Rende anche il Nazismo unico e quindi scollega il periodo Nazista dal resto della storia tedesca, sia prima che dopo l’Olocausto.

Questa magia oscura i collegamenti tra il Nazismo e il Genocidio tedesco dei coloni contro gli Herero e i Nama nell’Africa Sud-occidentale all’inizio del ventesimo secolo. Allo stesso modo, scompare anche il nazionalismo tedesco esclusivista prima e dopo i Nazisti, inclusa l’esplosione contemporanea di Razzismo contro migranti e rifugiati. All’estremo, tale magia legittima il Razzismo contro i palestinesi nel momento stesso in cui Israele perpetra un Genocidio contro di loro. L’idea dell’Unicità dell’Olocausto riproduce quindi piuttosto che affrontare il nazionalismo esclusivista e il Colonialismo dei coloni che hanno portato all’Olocausto e che continuano a strutturare sia lo Stato dei perpetratori che lo Stato dei sopravvissuti fino a oggi.

L’evento dell’Istituto Accademico Israeliano della Galilea Occidentale, quindi, rifletteva ciò che Bauer aveva espresso un anno prima di morire, nel novembre 2023, in un articolo su Haaretz. Utilizzando una terminologia coloniale, Bauer ha presentato l’attacco di Israele a Gaza come la protezione di “una società più o meno civile” contro la “barbarie di Hamas”, invocando “una lotta implacabile” tra “due visioni del mondo che fanno appello a diversi tipi di universo umano”. L’alleanza israelo-tedesca per gli studi sull’Olocausto presso l’Istituto Accademico Israeliano esercita esattamente questa visione del mondo profondamente Razzista, una visione che ha messo in pericolo gli ebrei in passato e ora li prende di nuovo di mira, a sostegno delle atrocità israeliane a Gaza, negando al contempo che costituiscano un Genocidio.

Raz Segal è professore associato di studi sull’Olocausto e sul Genocidio presso l’Università Statale di Stockton, nella Contea di Galloway, New Jersey, dove dirige anche il programma di dottorato in studi sull’Olocausto e sul Genocidio.

Traduzione di Beniamino Rocchetto -Invictapalestina.org

2/2/2025 https://www.invictapalestina.org/

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