SÌ alle spese sociali, NO alle spese militari

Tutte e tutti sappiamo che nel nostro Paese le spes e militari aumentano mentre quelle  sociali vengono tagliate.

♦ I dati definitivi sulla  spesa militare italiana  nel 2017:  23,3 miliardi  (1,4% del PIL), in aumento  rispetto al 2016 e soprattutto rispetto all’anno 20 06 (+21%)

♦ Il boom della  spesa in armamenti  ( +10%  nel 2017, +85% rispetto al 2006), sempre più a car ico  del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) e fina nziata con mutui onerosissimi (tassi del  30-40%, 310 milioni di interessi nel 2017)

♦ Aumenta la  spesa per le missioni militari all’estero : 1,28 miliardi nel 2017 ( +7%  dall’anno  precedente) 1 . Le missioni militari italiane all’estero erano 31,  in 22 paesi e ora se ne stanno aggiungendo altre 3, in Niger, in Tunisia e nella Repubblica Centraficana. Per quella in  Niger  è esplicitamente scritto che  tra i suoi compiti ci sarà quello di addestrare a fare fronte  agli «epocali flussi migratori» dei nostri  tempi. È lo stesso scopo per cui viene anche rafforzata la  missione in Libia ; eppure da mesi stiamo  vedendo a quali tragiche conseguenze porti il sostegno dato alle truppe e alla guardia costiera libica:  crescono i numeri dei naufragi e delle morti così come quello delle persone che vengono riportate in  orrendi campi di detenzione a subire violenze e torture.  Le  basi militari NATO e USA in Italia  sono un’altra grave fonte di spesa, che aumenta con la  manutenzione necessaria in particolare per le nuove  bombe atomiche B61-12, che sostituiranno  quelle già presenti nelle basi di Ghedi e di Aviano.

E l’Italia non ha aderito al nuovo Trattato ONU  per l’abolizione delle armi nucleari, approvato a l uglio 2017.

 Non  vogliamo  dimenticare  però  chi  sulla  guerra  fa  profitti   (privati  o  pubblici). Per esempio la ditta  RWM , con sede in Sardegna, che produce  bombe  e  le  vende  all’Arabia  Saudita:  sono  le  bombe  che  colpiscono  quotidianamente la popolazione civile in Yemen.

Un’ inchiesta del New York  Times  documenta  tutto  il  ciclo,  dalla  produzione,  a l  trasporto,  alle  distruzioni.

Come antimilitariste e femministe noi vogliamo restare umane e denunciare quanto pesantemente  produzioni, profitti e spese di guerra siano tutte  espressioni di un sistema di sopraffazione di pochi su tanti: un sistema per cui vi sono di continuo pe rsone uccise  e ferite, distruzioni di territori,  società, ambiente.   

26/3/2018

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