La spia della solidarietà. Conte e M5S dietro la maschera
Il Movimento 5 Stelle si presenta oggi come pilastro del cosiddetto campo largo insieme a Partito democratico e sinistra ecologista. Eppure, quando il tema è l’immigrazione, la traiettoria pentastellata risulta più coerente con la destra dell’“ordine pubblico” che con la tradizione solidale della sinistra. In questo articolo mostriamo come Giuseppe Conte — due volte presidente del Consiglio e attuale capo politico M5S — abbia mantenuto una postura securitaria dal 2018 ad oggi, fino ad avallare la sorveglianza degli attivisti impegnati nei soccorsi in mare.
«Siamo stati spiati legalmente dai servizi per cinque anni. Come minaccia alla sicurezza nazionale. Ma chi decide cos’è minaccia?» — Luca Casarini
Dai decreti sicurezza allo “stato di eccezione” permanente
Autunno 2018. Nel primo governo Conte (M5S‑Lega) viene approvato il decreto sicurezza che cancella la protezione umanitaria, rende più facile espellere e affossa il sistema d’accoglienza. È la “linea Salvini”, ma i voti decisivi sono quelli pentastellati.
Estate 2019. Con il decreto sicurezza bis lo schema diventa apertamente punitivo verso le ONG: fino a 1 milione di euro di multa e sequestro per chi osa attraccare con naufraghi a bordo. Anche qui, 5 Stelle al completo.
Risultato: decine di migliaia di persone rese irregolari, criminalizzazione del soccorso civile, impennata degli abbandoni in mare — come documentano l’ASGI e il Dossier Immigrazione 2020.
Intercettare i soccorritori, normalizzare la sorveglianza
Quando la Lega fa saltare il governo (agosto 2019), Conte resta a Palazzo Chigi con Pd e Leu. Ma l’aria non cambia: a novembre i servizi segreti chiedono — e Conte firma — l’autorizzazione a intercettare Luca Casarini e Beppe Caccia, vertici di Mediterranea Saving Humans. È un provvedimento di intercettazioni preventive, strumento originariamente pensato per il terrorismo.
• 2020. Il decreto viene rinnovato ancora da Palazzo Chigi (sempre Conte) e dalla Procura generale di Roma. • 2024. Con Meloni al governo subentra lo spyware israeliano Graphite (Paragon): stessa lista di attivisti, più due giornalisti di Fanpage.
Conte oggi sostiene che le sue fossero «solo telefonate» e che lo spyware sia «altro affare». Ma il punto è politico: la sorveglianza sugli umanitari parte con il suo sigillo, consolidando l’idea che il soccorso in mare costituisca un rischio per la sicurezza nazionale.
Altre scelte securitarie 2019‑2021
• 30 settembre 2019 – Ius culturae bloccato. Di Maio (M5S) archivia la riforma sulla cittadinanza ai minori stranieri: «Non è una priorità».
• 2 febbraio 2020 – Memorandum Italia‑Libia rinnovato senza migliorie. Conte II lascia in vigore l’intesa con Tripoli che finanzia la guardia costiera libica.
• 7 aprile 2020 – Porti “non sicuri” per Covid. Decreto interministeriale n. 150 chiude i porti alle ONG.
• Ottobre 2020 – Decreto immigrazione 130/2020. Abroga le maxi‑multe ma conserva espulsioni accelerate e rotta verso i CPR.
Continuità securitaria dopo l’ingresso nel «campo largo» (2023‑2025)
• 23 settembre 2023 – Conte lancia la “Terza via” a Lampedusa. «Il Pd è per l’accoglienza indiscriminata, ma nemmeno il blocco navale di Meloni funziona. Serve controllo dei flussi» — dichiara da Lampedusa, smarcandosi dai partner di sinistra.
• 10 aprile 2024 – Bruxelles, M5S vota contro il Patto migrazione e asilo. Gli eurodeputati pentastellati si schierano con Lega e FdI contro la riforma Ue, definendola «inutile e dannosa».
• 15 maggio 2025 – “Blocco navale, dove sei?”. In Aula sul decreto Albania, M5S vanta i “sette volte meno sbarchi” sotto Conte II e accusa il governo di non saper sigillare le frontiere. Il governo incassa il via libera anche grazie ai voti M5S: bocciata la risoluzione che chiedeva di stopparla.
Convergenze extra‑migranti con la destra (2023‑2025)
• Rai, 3 ottobre 2023 – Il M5S vota insieme a Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia in Commissione Vigilanza per approvare il nuovo Contratto di servizio della tv pubblica, lasciando isolato il Partito democratico.
• ESM/MES, 21 dicembre 2023 – La Camera respinge la ratifica: i 5 Stelle si schierano con la destra (FdI e Lega) tra i 184 “no” che bloccano il trattato, dividendo l’opposizione europeista.
• Invio di armi all’Ucraina, 28 gennaio 2025 – Sul decreto che proroga gli aiuti militari a Kiev, il M5S vota contro insieme alla Lega (che presenta un ODG analogo), mentre Pd, Italia Viva e Forza Italia appoggiano la linea atlantista del governo.
• Patto di Stabilità Ue, 23 aprile 2024 – A Strasburgo il Movimento boccia la riforma accusandola di “austerità”: posizione affine alla maggioranza di governo, che si astiene, e distante dal fronte socialdemocratico europeo.
Quattro prove di continuità con la destra
- Voti parlamentari: 5 Stelle decisivi per le norme di Salvini che riducono i diritti dei migranti.
- Retorica “legalità prima di tutto”: dall’abolizione della protezione umanitaria alla narrazione dei «trafficanti mascherati da ONG».
- Strumenti eccezionali contro la società civile: intercettazioni preventive su attivisti, rinnovi successivi, nessuna autocritica pubblica fino allo scandalo Graphite.
- Nessuna abrogazione sostanziale dei decreti sicurezza nella seconda esperienza di governo (Conte II) né nella successiva opposizione.
In sintesi, il M5S non fa mai davvero i conti con l’impianto salviniano: lo modula, lo rende meno gridato, ma lo conserva.
Campo largo o strategia camaleontica?
L’alleanza col Pd serve a Conte per accreditarsi come leader progressista e per restare competitivo al Nord, dove l’elettorato chiede (anche) controllo dei confini. Ma il prezzo politico lo pagano i diritti: sul terreno migratorio, il M5S è sistematicamente “più a destra” dei suoi partner, e al contempo indispensabile per aritmetica parlamentare.
Non sorprende allora che, di fronte allo scandalo spionistico del 2025, la difesa di Conte sia tecnica («era tutto legittimo») e mai morale. Chi salva vite viene assimilato a una minaccia — prima con i decreti, poi con le intercettazioni.
Le persone al centro (quando conviene)
Mentre Conte disegna la distinzione cavillosa tra “telefonate” e “spyware”, Casarini chiede — invano — un confronto pubblico. E intanto assistiamo a un paradosso: la sinistra istituzionale si unisce a un partito che, sui migranti, ha condiviso lo zoccolo duro della destra sovranista.
Infine:
Il Movimento 5 Stelle indossa oggi l’abito dell’opposizione democratica, ma lo strappo con la cultura dei diritti non è mai stato ricucito. Interrogare questa incoerenza diventa decisivo: se l’accoglienza è un valore non negoziabile, l’alleanza con chi ha contribuito a restringerla rischia di essere un gigantesco bluff.
Non è sufficiente cambiare lessico: occorre cambiare le leggi e smettere di trattare la solidarietà come un reato. Fino ad allora, Conte e il M5S restano un progetto securitario travestito da progressismo.
Gianluca Cicinelli
14/5/2025 https://diogenenotizie.com/










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