Per un aborto libero e sicuro

In occasione della giornata internazionale dell’aborto sicuro, libero e gratuito, il 28 settembre 2023 è stato presentato presso la sala stampa della Camera dei deputati a Roma un appello per chiedere al Ministero della Salute di recepire entro il 2023 le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in materia di aborto.

Il documento nasce dalla cooperazione tra associazioni impegnate sul tema dei diritti sessuali e riproduttivi e altre attive nell’ambito dei diritti Lgbtq+, della laicità, dei diritti umani e della promozione di politiche femministe, ed è rivolto, oltre che al Ministero della Salute, al Parlamento italiano, affinché verifichi “l’esito positivo e l’effettiva applicazione delle linee guida”.

Basate sulle più recenti prove scientifiche, le Abortion care guidelines dell’Oms vengono aggiornate periodicamente con l’obiettivo di proteggere la salute delle donne in gravidanza e prevenire gli aborti non sicuri e clandestini. Le linee guida pubblicate nel 2022 contengono oltre 50 raccomandazioni che riguardano tutti i processi che contribuiscono a rendere l’aborto un intervento sanitario “semplice e sicuro” – dalla pratica clinica, all’erogazione dei servizi sanitari, agli interventi legali e politici per garantire un’assistenza abortiva di qualità – e andrebbero recepite integralmente, cosa che non avviene nel nostro paese.

“La nostra richiesta va in particolare alle parlamentari che sono qui presenti oggi” afferma Serena Fiorletta di Associazione italiana donne per lo sviluppo (Aidos), tra le associazioni firmatarie dell’appello insieme ad Agedo, Associazione Luca Coscioni, Amnesty International Italia, Civilità Laica, Laiga, Period Think Thank, Pro-choice rete italiana contraccezione aborto, Obiezione respinta, Ru2020, Se non ora quando? Torino, Uaar, Udi.

Tra i problemi che discostano il paese dalle linee guida “alcuni potrebbero essere risolti senza intervenire sul quadro normativo italiano” spiega Eleonora Cirant di Pro Choice, come “la possibilità di limitare gli effetti dell’obiezione di coscienza sulla salute delle donne che richiedono l’interruzione volontaria di gravidanza”.

Secondo l’ultima relazione del Ministero della Salute, in Italia è obiettore di coscienza il 64,6% dei ginecologi. Questa situazione spesso si ripercuote sull’inefficienza delle strutture: “la legge 194 dice che è prevista l’obiezione di coscienza, ma solamente per i medici” ha ricordato Laura Onofri di Se non ora quando? Torino: “la struttura deve in ogni caso garantire l’intervento, che sia farmacologico o chirurgico, nei tempi sicuri”.

Le associazioni hanno anche lanciato la campagna #IVGsenzaMA, che culminerà il 26 ottobre 2023 con la pubblicazione del manuale La tua scelta zero ostacoli. Guida pratica al tuo aborto libero e informato, uno strumento pratico che intende offrire soluzioni fondate su competenze giuridiche e mediche agli ostacoli che le donne che vogliono interrompere volontariamente una gravidanza incontrano quotidianamente. 

“Il nostro è stato un reale lavoro di rete” commenta Serena Fiorletta di Aidos “una costruzione di alleanza tra associazioni molto differenti che, in un anno di formazioni, autoformazione e confronto, hanno deciso di voler lavorare sull’accesso all’aborto e a informazioni corrette e complete”.

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