Venezuela: un circo mediatico “umanitario” per l’invasione militare
Gli Stati Uniti hanno fissato la data del 23 febbraio per l’attacco alla sovranità, indipendenza, la democrazia e l’autodeterminazione del Venezuela. Per quel giorno è stato deciso l’avvio di un’operazione contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela, per violarne i confini, occuparla militarmente, con il pretesto di “aiuti umanitari”. Le forze di intervento rapido sono già pronte, nelle basi militari statunitensi nei Caraibi, in Colombia, etc., mentre si preparano truppe internazionali per coinvolgere altri Paesi del continente nell’aggressione contro un Paese sovrano.
Con un circo mediatico hanno preparato un “concerto per la libertà” (sic) con diversi cantanti pagati profutamente a Cúcuta in Colombia, al confine tra Colombia e Venezuela, dove ci sono già tre aerei della US Air Force. Sono a pochi metri dal confine, da dove inizierà la provocazione con morti e feriti che lascerà il posto all’aggressione di “volontari umanitari”, guidata dall’autonominato “Presidente”, Juan Guaidó. E’ parte della strategia aggressiva della Casa Bianca che avanza nell’isteria guerrafondaia, verso un punto di non ritorno.
L’ipocrisia cinica di una presunta preoccupazione per la fame, la povertà, la salute o i diritti umani della popolazione del Venezuela, non è altro che una tragica farsa, per giustificare la violazione del diritto internazionale. Come in Irak, in Libia, in Siria, con la scia di sangue che conosciamo bene.
L’unico vero aiuto umanitario di cui ha bisogno il Venezuela è la fine immediata del blocco commerciale e finanziario, e della rapina dell’oro venezuelano da parte della Banca d’Inghilterra.
La verità è che siamo al culmine di uno scenario cospirativo e golpista, preparato a lungo dagli Stati Uniti e che, secondo lo stesso Donald Trump, ha sempre avuto una componente militare (colpo di Stato, o invasione diretta o con governi subordinati della Regione), per imporre la sua strategia di gendarme in uno spazio strategico per il suo dominio globale.
In base alle leggi ed alla Costituzione, il popolo venezuelano ha già scelto un proprio Presidente nelle elezioni democratiche del maggio scorso, e si chiama Nicolàs Maduro. Affermare il contrario significa violare le norme fondamentali del Diritto Internazionale e avallare le minacce di guerra che Washington sta lanciando incessantemente. Accodarsi alla isteria bellica significa, tra l’altro, mettere a repentaglio la vita dei nostri concittadini che vivono in Venezuela, visto che le bombe non distinguono.
Ll’Unione Europea deve dimostrare la sua indipendenza dagli Stati Uniti e promuovere la mediazione e la conciliazione, piuttosto che schierarsi a favore di ipotesi di guerra civile e di sostegno al colpo di Stato.
L’Italia deve farsi promotrice di una soluzione politica basata sul dialogo e sulla pace, come unica soluzione in questa delicata situazione e respingere qualsiasi irresponsabile interferenza esterna alla sovranità della Repubblica Bolivariana del Venezuela, che porterebbe ad un tragico bagno di sangue.
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA – SINISTRA EUROPEA
Roma, 22-2-2109 www.rifondazione.it
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